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“Paola Clemente è viva nelle nostre lotte”

“Paola Clemente è viva nelle nostre lotte”

Ieri ad Andria l’inaugurazione del murale dedicato alla lavoratrice agricola morta di fatica nei campi dieci anni fa. Sul palco anche l’autore dell’opera realizzata per la Flai, lo street artist Jorit. Il segretario Mininni: «Paola c’è, nelle lotte di ieri e in quelle di oggi»

«Stiamo celebrando una ricorrenza importante, abbiamo voluto farlo in modo collettivo». La segretaria nazionale Silvia Guaraldi, dal palco montato a Largo Grotte ad Andria, introduce così l’inaugurazione del murale dedicato a Paola Clemente, promosso dalla Flai Cgil. Gli occhi marroni e sorridenti della lavoratrice agricola, morta di fatica il 13 luglio 2015 mentre era impegnata nei campi con l’acinellatura dell’uva, svettano sullo sfondo, sovrastano chi interviene all’iniziativa e sembrano guardare al folto pubblico presente in piazza.

A prendere parola durante la presentazione di ieri sera nel capoluogo pugliese c’è Stefano Arcuri, il marito di Paola Clemente, Giovanni Mininni, segretario generale della Flai Cgil, Gigia Bucci, segretaria generale della Cgil Puglia, Giovanna Bruno, sindaca di Andria. Ultimo ma non ultimo, l’artista che ha realizzato l’opera durante le scorse settimane: lo street artist Jorit.

«Sono stato l’attore finale di un grande progetto», commenta dal palco l’artista. «Si parla sempre male dei sindacati – aggiunge – ma lo si dovrebbe fare per i sindacati che non fanno bene il proprio lavoro. Il sindacato è indispensabile, permette di organizzare le lotte dei lavoratori grazie ai quali va avanti il Paese».

Battaglie che Jorit illustra simbolicamente nella sua opera. «Nel murale – spiega – ho affiancato al volto di Paola un quadro famosissimo, il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, perché volevo mettere insieme le lotte del passato e quelle del presente».

«La speranza – ribadisce Stefano Arcuri, che da quel tragico luglio di dieci anni fa è impegnato ad ottenere giustizia per la moglie – è che questo murale possa servire non solo a ricordare, ma anche ad alimentare l’impegno contro tutte le forme di sfruttamento». Poi i ringraziamenti. «Devo dire grazie al sindacato, la Cgil ci è stata molto vicina è lo è ancora oggi, con questa e altre iniziative».

Che il dolore privato di Stefano Arcuri sia diventato pubblico, e si sia fatto veicolo dell’impegno nel contrasto al caporalato, è un fatto da non dare per scontato e da riconoscere in tutto il suo profondo valore. «A fianco a lui – ricorda la segretaria della Cgil Puglia Gigia Bucci – si è messa in movimento un’intera comunità solidale, che si è attivata in seguito a questa dolorosa vicenda. Paola è diventata la sorella di tutti, nelle nostre lotte, grazie a suo marito Stefano che non ha mai interrotto il rapporto che ha col sindacato. La Cgil ha accolto il suo dolore e quello dei familiari, un dolore che si è fatto afferrare e accompagnare verso una rivendicazione che si è tradotta in una lotta collettiva e ha portato all’approvazione della legge 199 del 2016». 

«È indubbio che la morte di Paola, dieci anni fa, abbia smosso le coscienze del Paese e abbia contribuito in modo determinante all’approvazione di quella norma», aggiunge la sindaca di Andria Giovanna Bruno. «Noi oggi – riprende – vogliamo essere quella politica che cammina al fianco di chi cerca un lavoro e quando lo trova deve essere salvaguardato nei suoi diritti. Non a caso abbiamo condiviso che questo murale fosse realizzato proprio qui, sulla parete esterna dello sportello per le attività produttive, dove insistono gli uffici dell’ispettorato del lavoro. Questa piazza è la “piazza del lavoro” e il murale è un simbolo di ciò che per noi deve significare».

Il lavoro è ciò con cui si apre la nostra Costituzione, su cui si fonda la nostra Repubblica. «Ciò nonostante – esordisce dal palco il segretario generale Giovanni Mininni – spesso il lavoro è mortificato, vituperato, offeso».

«In una recente intervista – prosegue Mininni – Stefano ha detto che avrebbe immaginato che la morte di sua moglie Paola sarebbe servita a qualcosa, mentre in realtà sembrerebbe non aver contribuito ad un reale cambiamento delle cose, visto anche l’esito non positivo del processo. Noi comprendiamo il punto di vista di Stefano, gli siamo vicini, e ribadiamo però che per noi Paola è ancora viva. Lo è nelle nostre lotte, in quelle di ieri e di oggi».

Proprio sulla vicenda di Paola Clemente, la Flai Cgil ha prodotto un podcast insieme alla podcast company Akùo, in collaborazione col Fatto quotidiano, disponibile dalla scorsa domenica su tutte le piattaforme di distribuzione.

«È grazie al forte impulso che ha dato la vicenda di Paola se è stata approvata la legge 199 del 2016 contro lo sfruttamento in agricoltura – ricorda ancora il segretario generale della Flai Cgil -. Il punto è che la legge, sebbene venga applicata nella sua parte repressiva, ancora non decolla sul fronte della prevenzione. E capita che non accada, dobbiamo dircelo, perché ci sono dei detrattori, che in diversi casi sono le associazioni datoriali».

C’è poi il tema, attuale più che mai, delle temperature alle quali sono esposti i lavoratori e le lavoratrici in agricoltura. «Ancora oggi, sotto gli stessi teloni, lavorano centinaia e centinaia di persone, al caldo, all’acinellatura dell’uva. È inaccettabile. Girando nei campi col nostro sindacato di strada, raccogliendo informazioni e ascoltando i lavoratori, abbiamo conferma che le ispezioni di chi dovrebbe verificare che il lavoro sia sicuro sono ancora troppo poche».

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