Reggio Emilia, maxi incendio all’Inalca. Flai: Avviato dialogo con l’azienda per tutelare i lavoratori

Reggio Emilia, maxi incendio all’Inalca. Flai: Avviato dialogo con l’azienda per tutelare i lavoratori

Il rogo è scoppiato nella notte e non risultano feriti. Preoccupa il destino degli oltre 300 dipendenti coinvolti nella filiera della carne. Salvatore Coda, segretario Flai Cgil territoriale: «Stiamo cercando di arrivare ad un accordo su cassa integrazione e ricollocamenti»

Un grande incendio è scoppiato durante la notte nello stabilimento Inalca del gruppo Cremonini, a Reggio Emilia. L’azienda è leader nella produzione delle carni bovine in Italia e uno dei più grandi player europei del settore. Le fiamme sono divampate verso l’1:30 e diverse squadre dei Vigili del fuoco sono intervenute per domarle. Un’alta colonna di fumo è visibile da lontano e il calore ha sciolto le tapparelle di alcune abitazioni nei pressi dello stabilimento. Non risultano feriti. La zona adiacente alla fabbrica è stata evacuata. Mentre gli organi inquirenti indagano per capire le cause del rogo, preoccupano le conseguenze per i circa 300 lavoratori impiegati nell’area produttiva.

«Sono riuscito ad entrare nell’area dello stabilimento, è un disastro, l’incendio ha distrutto tutto – dice Salvatore Coda, segretario generale Flai Cgil di Reggio Emilia -. Abbiamo già avviato un’interlocuzione con l’azienda per arrivare ad un accordo di cassa integrazione per i lavoratori coinvolti e per capire come potranno essere collocati temporaneamente presso gli altri siti produttivi, tra quelli di Modena, Mantova e Piacenza».

Nella zona colpita dall’incendio sono presenti diverse aziende, oltre all’Inalca. Come Salumifici Granterre del gruppo Granterre, la Ges.Car del gruppo Cremonini, che si occupa della logistica per Inalca, e altre ancora.

«Ci sono problemi anche per quanto riguarda lo stabilimento adiacente, quello di Salumifici Granterre, perché condivide con quello di Inalca andato a fuoco alcuni impianti, in particolare la centrale termica, quella elettrica e del gas e infine il depuratore – spiega ancora Coda -. Bisognerà capire come potrà essere riattivata quella parte di impianto comune, per far ripartire la produzione dell’azienda di salumi, che fortunatamente non ha visto i suoi capannoni attinti dalle fiamme».

Nello stabilimento Inalca di Reggio Emilia vengono lavorati circa 5.500 capi a settimana. In tutto sono oltre 500mila le tonnellate di carne trasformate e commercializzate ogni anno dall’azienda nei suoi siti, di cui 100mila tonnellate di hamburger (che fornisce a McDonald) e 200 milioni di scatolette.

Lo scorso luglio il segretario generale della Cgil Maurizio Landini e quello della Flai Cgil Giovanni Mininni avevano presenziato alle assemblee sindacali tenutesi all’Inalca e alla Ges.Car. di Modena, dedicate ai referendum sul lavoro promossi dal sindacato. A margine si era tenuto un incontro col fondatore del gruppo, Luigi Cremonini.

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