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Landini ai dipendenti di Cremonini: «Manifestiamo a Latina per fermare la strage sul lavoro»

Landini ai dipendenti di Cremonini: «Manifestiamo a Latina per fermare la strage sul lavoro»

Nello stabilimento di Castelvetro di Modena si sono tenute tre assemblee dedicate alla campagna referendaria della Cgil per un lavoro sicuro e tutelato. Presenti il segretario generale Cgil Maurizio Landini e il suo omologo della Flai Giovanni Mininni. Tra i temi toccati, anche l’iniziativa contro sfruttamento e caporalato fissata per sabato 6 luglio nel capoluogo laziale. A margine si è tenuto un incontro col fondatore del gruppo, Luigi Cremonini

Attenti, partecipi e combattivi. Allo stabilimento di Castelvetro di Modena, quasi trecento lavoratrici e lavoratori delle aziende del gruppo Cremonini – Inalca e Ges.Car. – hanno presenziato alle tre assemblee sindacali dedicate ai referendum sul lavoro promossi dalla Cgil. Presenti il segretario generale della Cgil Maurizio Landini e quello della Flai Cgil Giovanni Mininni. «Con questi quattro referendum vogliamo lottare contro la precarietà, contro i licenziamenti ingiusti e per un lavoro sicuro – ha spiegato Landini -. Un tema, quest’ultimo, che ribadiremo con forza sabato 6 luglio a Latina, durante la manifestazione contro un sistema di fare impresa che sfrutta e che uccide».

Con 5.500 capi lavorati ogni settimana, e mille tra operai e impiegati, quello di Castelvetro è il sito produttivo di carni bovine più grande d’Italia. A margine delle assemblee si è tenuto un incontro tra i vertici del sindacato e Luigi Cremonini, fondatore della multinazionale italiana che opera nel settore alimentare. «È stato un incontro importante e proficuo – commenta Giovanni Mininni – durante il quale abbiamo avuto garanzie rispetto alle prospettive dell’azienda per valorizzare il lavoro di chi vi opera quotidianamente e qualificare ancora di più il processo produttivo, puntando anche sulla formazione».

In Inalca la metà dei lavoratori aventi diritto ha sottoscritto i quesiti referendari su precariato, licenziamenti ingiusti e sicurezza sul lavoro. A livello nazionale sono state raggiunte 850mila firme.

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