Mantova, peste suina, la Flai Cgil chiede un incontro urgente con Regione e Ats

In provincia di Mantova occupati nei macelli circa 2mila lavoratori più altrettanti nei salumifici e nel fine filiera

Il virus letale che sta colpendo i suini in un’ampia zona compresa fra il Piemonte, la Liguria, la Lombardia e l’Emilia Romagna continua a uccidere i maiali e costringe gli allevatori ad abbattere numerosi animali andando a incidere su produzione e occupazione.

Stiamo parlando di un comparto che genera un giro di affari di oltre 4miliardi di euro e coinvolge oltre 100mila posti di lavoro. La peste suina si sta diffondendo rapidamente e ormai è arrivata alle porte della provincia di Mantova dove sono occupati circa 2mila lavoratori nei macelli, più altrettanti nei salumifici e nel fine filiera. “Già un anno e mezzo fa abbiamo denunciato la situazione – dice Ivan Papazzoni, segretario provinciale Flai Cgil Mantova – e al di là delle boutade, come abbattere i cinghiali o mettere le reti ai caselli autostradali, non ci sono stati provvedimenti seri. Il punto è che si sta andando sempre più verso un restringimento delle attività: se si abbattono maiali all’ingrasso è un conto, se si abbattono anche le scrofe è un altro. Il problema per i lavoratori si proporrà fra poco, verso la fine dell’anno, quando sarà stato usato tutto, ferie, recuperi orari”.

Oggi l’emergenza è gestita al livello istituzionale da un commissario straordinario, ma che le misure adottate per combattere la peste suina siano migliorabili lo spiegano in un rapporto risalente all’agosto scorso – come riporta Collettiva.it – gli esperti dell’Eu Veterinari Emergency Team, un gruppo veterinario di emergenza della Commissione Europea. Dopo una missione in Lombardia e in Emilia Romagna, il Team ha sottolineato che “la strategia di controllo della malattia nel Nond Italia deve essere migliorata”. Gli stessi esperti hanno anche evidenziato come sia necessario “un urgente piano B esteso per il controllo e l’eradicazione della malattia, perché l’epidemia sembra avanzare più rapidamente delle misure e c’è il timore che si diffonda verso est e verso sud, verso la Toscana”.

Il problema, come si diceva, oltre che sanitario, riguarda anche l’occupazione. “Agli allevatori sono state fatte promesse di ristori – spiega Marco Volta, segretario generale della Flai Cgil di Mantova – ma i lavoratori dei macelli? La cassa integrazione per chi è impiegato nei macelli, un’attività dura e pesante, è molto penalizzante. Ci vogliono interventi eccezionali, altrimenti a pagare saranno i lavoratori”. La Flai Cgil di Mantova ritiene “estremamente urgente e necessario – conclude Papazzoni – un incontro-confronto con l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessandro Beduschi, con Ats e con tutte le parti interessate all’emergenza”.

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