Papa Francesco e i pescatori, una storia bimillenaria 

Sono arrivati da tutta Italia all’udienza in Vaticano per la Giornata mondiale della pesca. Tanti delegati Flai, con il segretario Mininni e il capo dipartimento Pucillo

Il primo pontefice era un pescatore, Pietro, e non erano pochi i discepoli che, prima di seguire Gesù, vivevano di pesca. Di fronte a una storia così antica, è comprensibile l’emozione che accompagna più di 4000 pescatrici e pescatori con le loro famiglie all’udienza papale organizzata nell’ambito delle manifestazioni per la Giornata mondiale della Pesca. Insieme ai pescatori ci sono le associazioni di categoria e i sindacati, affollano la grande Aula Paolo VI di Città del Vaticano. Il rapporto fra lavoro e ambiente è uno dei temi centrali della riflessione di Papa Bergoglio, alle sofferenze dei pescatori si aggiungono quelle del mare, troppo spesso ferito, inquinato per mano dell’uomo. Il mare non è solo quello di cui beneficiano i turisti che affollano le spiagge nei mesi estivi, è anche lavoro, millenaria fonte di sostentamento per la specie umana, ben rappresentata da chi è qui. “Il vostro è un lavoro duro – ricorda Papa Francesco – che richiede sacrificio e tenacia, di fronte sia alle sfide di sempre, sia a nuovi urgenti problemi, come il difficile ricambio generazionale, i costi che continuano a crescere, la burocrazia che soffoca, la concorrenza sleale delle grandi multinazionali”. Il Pontefice non accetta di veder sacrificare le vite sull’altare del massimo profitto, le sue parole sono accompagnate da un crescendo di applausi. Con un filo di voce, Jorge Bergoglio aggiunge subito “non vi fate scoraggiare, anzi dovete alimentare un’altra vostra caratteristica: quella di essere uniti. In mare non si esce da soli. Per gettare le reti è necessario faticare insieme, come equipaggio, o meglio ancora come una comunità in cui, pur nella diversità dei ruoli, il successo del lavoro di ciascuno dipende dagli sforzi di tutti”. “Così la pesca diventa una scuola di vita – osserva Francesco – al punto che Gesù la usa come simbolo per indicare la vocazione degli apostoli: ‘Venite con me, vi farò diventare pescatori di uomini’”. Si inumidiscono gli occhi della platea, ascoltando le parole di un uomo che ha molto vissuto, il Papa venuto dalla fine del mondo, che conosce bene le vite del suo gregge. Nell’Aula Paolo VI i sindacalisti della Flai Cgil sono in tante e tante, arrivati da tutta Italia, dalle marinerie in crisi, ci sono naturalmente il segretario generale Giovanni Mininni e il capo dipartimento pesca Antonio Pucillo, si ritrovano appieno nelle prole del Pontefice. Perché anche la bussola del sindacato indica che da soli non si salva nessuno, e che la solidarietà fra lavoratrici e lavoratori è il solo antidoto a un modello di sviluppo insostenibile. “La lingua latina ha forgiato una parola bellissima: consolazione, consolatio, che indica l’essere uniti ‘nella solitudine, che allora non è più solitudine’ – conclude Francesco – Ecco la via: essere uniti nella solitudine perché nessuno sia solo nella fatica e nel dolore”. 

La pesca è un settore essenziale del Made in Italy a tavola con circa 12mila imbarcazioni e 30mila addetti, ma il suo futuro è oggi messo in pericolo dagli stravolgimenti climatici, e dai suoi effetti combinati che riducono il pescato e rendono sempre più complicate le condizioni in cui lavorare, anche gli effetti collaterali delle guerre che impestano il pianeta, a partire dalle speculazioni internazionali sul costo dell’energia aumentano le difficoltà di chi per vivere deve pescare, l’assenza di ammortizzatori sociali specifici e le restrizioni all’attività completano un quadro a tinte fosche, denunciato a più riprese dai pescatori e da chi li rappresenta sindacalmente. Ma anche se questo lavoro ha un’età media sempre più elevata perché tanti figli decidono di non seguire le orme faticose dei genitori perché oggi il gioco non vale la candela, le bambine e i bambini che affollano l’udienza sono un segno, tangibile, di speranza. “È stata una giornata importante, per noi della Flai – commenta Mininni – per i lavoratori della pesca, ma direi per il mondo del lavoro in generale. Il Santo Padre ha voluto porre l’attenzione di tutti su alcuni temi molto delicati che interessano e condizionano il mondo del lavoro. Non possiamo che raccogliere il suo invito a ricercare per questo settore una via sostenibile, che rispetti le prerogative della natura ma tuteli le esigenze dell’uomo. Un equilibrio che viene messo quotidianamente in pericolo da alcune pratiche e tecniche perseguite dalle grandi multinazionali.Il lavoro, ha ricordato il Papa, deve essere un lavoro dignitoso, che consenta a queste famiglie, che vivono di pesca, di condurre un’esistenza serena e gratificante. Noi ci impegniamo ogni giorno per i lavoratori della nostra categoria, in mare, sui campi, nelle fabbriche, nella direzione indicata anche dal Santo Padre”. Una canzone in sottofondo, la splendida ‘Pescatore’ di Pierangelo Bertoli, accompagna la fase finale dell’incontro: ‘Getta le tue reti, buona pesca ci sarà. E canta le tue canzoni, che burrasca calmerà. Pensa, pensa al tuo bambino e al saluto che ti mandò. E tua moglie sveglia di buon mattino con Dio di te parlò’.  

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