STOP GENOCIDIO

“L’ultimo giorno di Gaza”. Il 9 maggio la mobilitazione online e nelle strade

In occasione della Giornata dell’Europa, un appello di giornalisti, scrittori e intellettuali chiede di parlare di Gaza ovunque: sulla rete utilizzando gli hashtag #ultimogiornodigaza #gazalastday e nelle piazze

«Senza il mondo Gaza muore. Ed è altrettanto vero che senza Gaza siamo noi a morire. Noi, italiani, europei, umani». Comincia così l’appello promosso da Paola Caridi, Claudia Durastanti, Micaela Frulli, Giuseppe Mazza, Tomaso Montanari, Francesco Pallante ed Evelina Santangelo che chiede di parlare di Gaza ovunque, su siti internet, social network usando gli hashtag #ultimogiornodigaza e #gazalastday, ma anche nelle strade e nelle piazze. Chiede di farlo oggi, il 9 maggio, nella Giornata dell’Europa, in cui si celebra il suo processo di unificazione. Ma dopo oltre 50mila palestinesi uccisi dalle forze armate israeliane, di cui almeno un terzo bambini, e un territorio quasi completamente distrutto dai bombardamenti – come ricorda il portavoce di Amnesty Riccardo Noury – potrebbe essere anche il giorno di Gaza, l’ultimo.

«Per rompere il silenzio colpevole – prosegue l’appello – useremo la rete, che è il solo mezzo attraverso cui possiamo vedere Gaza, ascoltare Gaza, piangere Gaza. Perché possano partecipare tutte e tutti, anche solo per pochi minuti. Anche chi è prigioniero della sua casa, e della sua condizione: come i palestinesi, i palestinesi di Gaza lo sono. Perché almeno stavolta nessuna autorità e nessun commentatore allineato possa inventarsi violenze che occultino la violenza: quella fatta a Gaza. Sulla rete, e non solo. Per chi vuole mettere in rete ciò che succede nelle piazze e nelle comunità che si interrogano, assieme, su come fermare la strage».

«Con la consapevolezza – si legge ancora nell’appello – che noi siamo loro. E che a noi – italiani ed europei – verrà chiesto conto della loro morte. Perché a compiere la strage è un nostro alleato, Israele. Per ripudiare l’Europa delle guerre antiche e contemporanee, per proteggere l’Europa di pace nata da un conflitto mondiale, esiste un solo modo: proteggere le regole, il diritto, e la giustizia internazionale. E soprattutto guardarci negli occhi, e guardarci come la sola cosa che siamo. Umani».

«Aggiungiamo tutte le parole che vorremo usare all’hashtag #ultimogiornodigaza #gazalastday – è l’invito dei firmatari del testo -. Senza scomunicarne nessuna, senza renderne obbligatoria nessuna. Per chiamare le cose con il loro nome. Ora è il momento di costruire una rete di senza-potere determinati a prendere la parola. E il 9 maggio è la prima tappa di una strada assieme. Perché la strage, perché il genocidio, abbiano fine. Ora».

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