Crescono povertà, precarietà e lavoro nero. Cosa avremmo dovuto fare, se non scioperare?

Il segretario generale Giovanni Mininni è intervenuto al congresso dell’Effat in corso a Valencia. Ecco il testo integrale del suo discorso

Innanzitutto, esprimiamo una piena e totale solidarietà a tutta la comunità valenciana, per gli eventi legati ai cambiamenti climatici che sono avvenuti e per i morti che ci sono stati.

È stata una bella e interessante giornata quella di ieri e lo sarà anche quella di oggi. L’Effat dimostra ormai di essere una federazione che ha una visione, un progetto e idee chiare su come affrontare le prossime sfide che abbiamo davanti. Lo abbiamo ascoltato ieri nelle due relazioni di Kristjan (Bragason, segretario generale uscente, ndr) e di Enrico (Somaglia, vice segretario uscente, eletto segretario generale ndr), che hanno fatto un’analisi e indicato una strada che condividiamo.

Ringraziamo certamente tutta la squadra dell’Effat, ma permettetemi di ringraziare Kristjan ed Enrico per il punto alto nel quale siamo arrivati, per la battaglia vinta sulla condizionalità sociale nella Pac, dove l’Effat ha svolto un ruolo fondamentale, per il riconoscimento che i cambiamenti climatici ci riguardano, per l’opposizione all’accordo col Mercosur e per aver portato con forza il problema dello sfruttamento e del caporalato sul tavolo europeo.

Ringraziamo Kristjan ed Enrico per essere passati dalle parole ai fatti con la loro partecipazione alle nostre Brigate del lavoro a Foggia, quando la Flai Cgil si è recata nelle campagne per contrastare il lavoro nero e lo sfruttamento, per combattere il caporalato con il sindacato di strada. È stato per noi un atto davvero importante di solidarietà attiva e militante, perché un sindacato o trasforma in atti concreti le cose che dice, oppure la solidarietà è solo una bella parola che resta nei documenti.

La Cgil domani sciopera in Italia. Sarà uno sciopero generale fatto insieme alla Uil. Fermeremo il Paese con decine di manifestazioni in tante città italiane. Noi, in Italia, la destra ce l’abbiamo al governo e il partito maggioritario di estrema destra esprime la premier, che proviene da un partito postfascista. I temi discussi ieri e anche stamattina e nei mesi scorsi dall’Effat sono sacrosanti, come la sua posizione di contrasto all’ascesa dell’estrema destra, perché gli effetti noi in Italia li stiamo toccando con mano.

Domani scioperiamo perché in Italia siamo al declino economico e alla deindustrializzazione. La domanda interna ristagna e crescono precarietà e lavoro nero, che colpiscono ormai più di sei milioni di lavoratori. Aumenta la povertà assoluta e anche nel contrasto allo sfruttamento e al caporalato in agroindustria questo governo è timido e ci prende in giro sui controlli ispettivi, perché non li aumenta.

Cosa avremmo dovuto fare, se non scioperare? Di fronte a questo governo che ha fatto una legge sulla sicurezza dove è previsto l’arresto per chi sciopera o per chi fa manifestazioni, ha fatto una legge che dividerà il Paese in 21 piccole Italie governate da un presidente espresso direttamente dal popolo, mette continuamente sotto attacco la magistratura, noi dobbiamo solo reagire e mettere in campo un grande movimento dei lavoratori e del popolo italiano che contrasti questa torsione autoritaria. Perché questo governo di estrema destra ci sta portando con tutta forza verso una democrazia illiberale. E noi non ci stiamo. E chiediamo perciò la solidarietà a tutti i lavoratori europei. In primavera, poi, con sei referendum cancelleremo le leggi liberticide in vigore sul tema del lavoro.

Ma scioperiamo anche per difendere e costruire la pace. Perché non riusciamo più a sopportare l’orrore nel quale l’umanità è caduta. L’Europa ha tante colpe nel conflitto russo ucraino, a partire dal 2014. Ha rinunciato a svolgere un ruolo super partes e sbaglia quando adotta due pesi e due misure nei conflitti russo ucraino e verso i crimini che Israele mette in atto contro i palestinesi. Il sindacato è sempre stato al fianco dei popoli che soffrono e noi ripudiamo le guerre e agiamo solidarietà attiva e militante per fermarle. Grazie.  

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