CCNL ALIMENTARE. Interrotte le trattative, parte la mobilitazione sindacale

CCNL ALIMENTARE. Interrotte le trattative, parte la mobilitazione sindacale

Si è interrotta questa notte la trattativa per il rinnovo del Ccnl industria alimentare, scaduto il 30 novembre e che interessa circa 400.000 lavoratori.
Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil giudicano insoddisfacenti le risposte fornite dalla controparte sul tema del salario e su alcune richieste contenute in piattaforma relative a istituti fondamentali del contratto.
Fai, Flai e Uila giudicano, in particolare, inaccettabile la pretesa di Federalimentare di voler concludere un accordo basato esclusivamente sulla penalizzazione complessiva delle retribuzioni a partire dal blocco degli scatti di anzianità e dall’eliminazione dei premi di produzione congelati.

Dopo 14 incontri tecnici, iniziati nel mese di settembre, era stata programmata una seduta plenaria a oltranza di due giorni ma, durante una di queste sessioni, nella notte dell’11 gennaio, una parte della delegazione trattante di Federalimentare si è resa irreperibile.

Questo comportamento ha ulteriormente esacerbato il clima della plenaria, alla quale hanno partecipato oltre 150 delegati provenienti da tutta Italia, che ha stigmatizzato l’atteggiamento della controparte che non vuole concedere nulla, malgrado il buon andamento del settore, testimoniato dai dati economici più recenti.

Pertanto, la delegazione trattante, unitamente alle rappresentanze nazionali di Fai, Flai e Uila, ha deciso di interrompere le trattative e di proclamare lo stato di agitazione del settore, con l’immediato blocco degli straordinari e di tutte le flessibilità e di programmare un fitto calendario di assemblee in tutti i luoghi di lavoro, un pacchetto di 4 ore di sciopero articolato a livello aziendale da effettuarsi entro il 22 gennaio e 8 ore di sciopero nazionale il 29 gennaio.

DICHIARAZIONE DI STEFANIA CROGI

Nella nottata si è rotto il tavolo con Federalimentare per il rinnovo del contratto nazionale dell’industria alimentare, scaduto il 30 novembre e che interessa circa 400.000 lavoratori. Nella plenaria convocata per l’11 e 12 gennaio, ma interrottasi nella notte dell’11, sono rimaste le distanze su alcuni punti fondamentali della piattaforma presentata dai sindacati di categoria. Dalle prossime ore è proclamato lo stato di agitazione e la mobilitazione dei lavoratori su tutto il territorio nazionale, unitamente ad un pacchetto di ore di sciopero.

“Scatti di anzianità, premi di produzione, demansionamento, flessibilità, applicazione ai lavoratori della stessa filiera produttiva del contratto di settore, comunità di sito ed infine il salario sono alcuni dei punti sui quali da parte di Federalimentare non è giunta alcuna apertura e non si è mostrata alcuna volontà di accorciare le distanze su quei punti fondamentali e qualificanti della nostra Piattaforma”. Lo dichiara Stefania Crogi, Segretario Generale Flai Cgil Nazionale.

“La crisi non è passata ma è ora di dire basta alle continue mistificazioni, il costo di questa crisi non può essere pagato sempre e solo dai lavoratori e le soluzioni non possono essere solo una compressione del costo del lavoro. Per far ripartire il Paese è necessario far ripartire i consumi ed una nuova dinamica salariale. Sul tavolo, da parte nostra, rimane la richiesta di aumento di 150 euro, cifra congrua all’andamento del settore, che anche in questi ultimi mesi del 2015 ha fatto registrare buone performance nell’export e non solo. Per tutta la lunga giornata di ieri abbiamo chiesto, responsabilmente, elementi di novità ed una risposta complessiva sui punti della nostra Piattaforma per poter proseguire nella trattativa, mossi dalla volontà di rinnovare il contratto. A questa richiesta è stato risposto con una ulteriore dilazione dei tempi, a fronte di una trattativa che è andata avanti in sede tecnica con ben 14 incontri. Ci saremmo aspettati dalla controparte una proposta complessiva sul salario e su tutte le voci di costo presenti in questo rinnovo contrattuale, in realtà l’unica risposta è stata una ulteriore penalizzazione delle retribuzioni dei lavoratori attraverso l’eliminazione degli scatti di anzianità e del premio di produzione congelato. Ora partirà, insieme al blocco degli straordinari e di tutte le flessibilità, un fitto calendario di assemblee in tutti i luoghi di lavoro”.

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