Solarolo (Ravenna), lavoratore 38enne muore schiacciato dal muletto nei campi. I sindacati: Serve giustizia per questa strage silenziosa

Solarolo (Ravenna), lavoratore 38enne muore schiacciato dal muletto nei campi. I sindacati: Serve giustizia per questa strage silenziosa

Un’altra morte sul lavoro nelle campagne italiane. Era il pomeriggio di ieri, 3 giugno, quando un lavoratore di 38 anni originario dell’Albania ha perso la vita schiacciato dal muletto che stava manovrando nei terreni di una azienda agricola di Solarolo, nel Ravennate. L’uomo risiedeva nel comune di Castel Bolognese, in provincia di Faenza. È stata la moglie a lanciare l’allarme, quando non ha visto rientrare il marito a casa la sera, dopo aver provato più volte a rintracciarlo. Sulla vicenda sta indagando la Procura di Ravenna.

Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil della provincia di Ravenna, in una nota, esprimono profondo cordoglio alla famiglia della vittima. Le sigle territoriali tornano a parlare del tema della sicurezza e condannano fermamente ogni eventuale forma di negligenza e di mancanza di formazione e di rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro.

«La sicurezza di lavoratrici e lavoratori – si legge nel comunicato – deve essere sempre una priorità assoluta e proprio per questo motivo crediamo diventi determinante l’avvio dell’attività dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriali (Rlst) nel comparto agricolo, figura fortemente voluta e sostenuta dalla parte sindacale, per garantire una presenza costante sul territorio in grado di supportare, vigilare e stimolare l’adozione di tutte le misure preventive necessarie a tutela della salute e della sicurezza affinché siano rafforzate le misure di prevenzione e controllo per evitare che tragedie simili si ripetano».

«Serve giustizia a questa strage silenziosa – dichiarano i segretari generali di Fai, Flai e Uila Ravenna, Roberto Cangini, Laura Mazzesi e Alessandro Mazza -. Gli infortuni mortali degli ultimi giorni si aggiungono all’elenco di un massacro quotidiano che deve essere fermato. Non possiamo continuare a sentirli chiamare incidenti, perché di accidentale non hanno nulla, sono morti annunciate in un sistema ancora troppo offuscato sui controlli, la prevenzione, la formazione obbligatoria e continua e il rispetto delle leggi e delle norme esistenti. Siamo di fronte a lavoratori costretti a piangere i loro colleghi e a famiglie che non vedono tornare a casa i propri cari per colpa di chi colloca il profitto prima della salute».

«Rinnoviamo il nostro appello alle associazioni datoriali Cia, Coldiretti e Confagricoltura, alle aziende di tutto il settore agroalimentare, alle istituzioni e a tutti gli attori coinvolti, perché la salute e sicurezza sul lavoro diventi priorità di tutti, non solo sulla carta ma con fatti concreti – chiosano i tre segretari generali -. Ci uniamo alle ripetute richieste delle confederazioni Cgil, Cisl e Uil provinciali alla Prefettura, di convocazione urgente del Tavolo del Patto territoriale per la Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e lavoreremo insieme a loro e a tutte le altre categorie per proclamare una visibile azione di mobilitazione e denuncia, per richiamare ciascuno alle proprie responsabilità e affinché si individuino soluzioni e misure necessarie per garantire ambienti di lavoro sicuri e dignitosi per tutte le lavoratrici e per tutti i lavoratori del settore agricolo e di tutti i settori lavorativi della provincia di Ravenna».

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