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Morire lavorando: la Puglia è rosso sangue

Morire lavorando: la Puglia è rosso sangue

Antonio Ligorio, FLAI-CGIL Puglia: “In Puglia sei infortuni agricoli al giorno. Servono investimenti e una strategia regionale strutturale”.

Le storie dei lavoratori e delle lavoratrici agricole pugliesi parlano chiaro, raccontano di infortuni, morti, insicurezza e precarietà. Ma le storie, soprattutto quelle piccole, troppo spesso nel nostro Paese rimangono inascoltate. 
Quindi bisogna affiancare i numeri alle parole, per rendere le storie delle persone dei dati di fatto incontrovertibili.
I dati INAIL sull’agricoltura in Puglia mostrano un quadro allarmante, il report regionale indica che, da gennaio a luglio 2025, le denunce sono salite a 1.326 (+4,08% rispetto al 2024) e che in agricoltura si registra un’impennata dei decessi (+60%).

“Una strage silenziosa e silenziata che continua nell’indifferenza generale che indebolisce ulteriormente uno dei settori più fragili e più esposti ai rischi”. Queste le affermazioni di Antonio Ligorio, Segretario generale della Flai Cgil Puglia, che, in una nota, commenta l’escalation di infortuni sul lavoro nei campi pugliesi, tra gli ultimi accadimenti due morti in pochi giorni. 

Lo scorso 6 dicembre, nelle campagne foggiane, un giovane bracciante è rimasto schiacciato dal trattore che stava guidando nelle campagne di Borgo San Carlo, ad Ascoli Satriano. Pochi giorni prima, il 20 novembre, un ragazzo di 26 anni ha perso la vita in un frantoio di Bisceglie, a seguito del ribaltamento di un muletto appena fuori dall’azienda. 

“Un dolore che si ripete, settimana dopo settimana, e che non può essere derubricato a fatalità. I numeri diffusi dall’Inail – commenta Ligorio – non ammettono esitazioni né ritardi nelle misure di prevenzione. Non possiamo più assistere a un settore che continua a pagare un tributo di sangue perché non vengono garantite formazione, prevenzione e controlli adeguati. La sicurezza non è un costo, è un diritto fondamentale, e quando viene negato significa che qualcuno non ha fatto il proprio dovere”.

Secondo la FLAI – CGIL non si può più temporeggiare, servono risposte immediate, strutturali e di lungo respiro. “Chiediamo – dichiara ancora Ligorio – un piano straordinario sulla sicurezza in agricoltura, con investimenti, ispezioni più frequenti, percorsi formativi obbligatori e l’utilizzo di mezzi moderni e sicuri. Il lavoro agricolo non può continuare a essere terreno di precarietà e rischio costante”.

Un vero e proprio appello, quello che arriva dal sindacato: “Basta parole di circostanza. Ogni volta che un lavoratore o una lavoratrice muoiono in campagna o in un frantoio, muore un pezzo della nostra terra. La Puglia non può accettare di essere la regione con uno dei più alti numeri di infortuni in agricoltura. La sicurezza è una priorità. Non per un giorno, non per un mese, ma sempre”.

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