Perugina. Macchiesi, da Azienda atto di arroganza calpestando gli accordi

“Alla Perugina si sta consumando un atto di arroganza da parte della più grande multinazionale del settore del food del mondo: la Nestlè pensa di passare con un rullo compressore sul territorio, a prescindere dagli accordi che sono stati sottoscritti con il sindacato meno di un anno fa”. Lo dichiara Mauro Macchiesi, Segretario Nazionale Flai Cgil
“Un accordo sindacale con la Perugina – ricorda Macchiesi – per l’impianto delle pizze surgelate a Benevento, che prevedeva un corposo investimento a difesa delle produzioni fortemente legate al territorio destinate all’esportazione in tutto il mondo. Quella stessa scelta, condivisa tra sindacato e lavoratori interessati, che avevano approvato l’accordo e ne avevano apprezzato il “valore”. Era il 2013, quando la Nestlè pensava di portare all’estero il Bacio Perugina come Bacio Lanvin. Nello stesso accordo si individuavano sedi di confronto permanenti per seguire la ristrutturazione dell’impianto e si avviava una fase di dimensionamento dello stabilimento, senza iniziative unilaterali da parte dell’azienda. Era ben presente a tutti che un piano così complesso, per raggiungere gli obiettivi prefissati, necessitava di 4/5 anni. Oggi l’Amministratore Delegato di Nestlè Italia, Leo Wencel ha deciso che, dopo una fase di condivisione con il sindacato della ”chiave inglese”, il sindacato non serve più, le RSU non servono più, i lavoratori della Perugina possono essere tagliati, lo stabilimento può rimanere aperto sei mesi l’anno. Questa non è la Perugina pensata nell’accordo un anno fa! Leo Wencel, con il suo comunicato, ha dato uno schiaffo al sistema Italia per compiacere il nuovo Amministratore Delegato Nestlè Mondo tutto intento a ristrutturare il debito del gruppo con le banche e, per fare ciò, serve sacrificare i lavoratori sull’altare della finanza”.
“Nella battaglia che vogliamo rilanciare con i lavoratori interessati – conclude Macchiesi – chiediamo alle Istituzioni e al Governo Nazionale di chiedere conto alla Nestlè di cosa intenda fare con i fondi pubblici del nostro Paese che si appresta ad avere con i vari piani di ristrutturazione e piani industria 4.0”.

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