Forestali. Lettera aperta a Telelombardia

Siamo venuti a conoscenza di una puntata di “Forte & Chiaro” trasmessa da Telelombardia il 30 settembre e di una puntata di “rettifica” di mercoledì scorso. Nella puntata del 30 settembre, oltre a notizie di vario tipo, vi è stato un commento alla notizia del possibile accorpamento del Corpo Forestale dello Stato con l’Arma dei Carabinieri. Forse usare la parola “commento” è una forzatura perché ci è sembrata piuttosto una gratuita sequenza di offese, volgarità e falsità che sono all’opposto di un serio commento giornalistico. Innanzitutto veniva ripetuto il solito luogo comune dei forestali del sud che non lavorano ma fanno altre cose, che per decenza non ripetiamo, e poi, con “grande competenza”, veniva affermato che “in settemila diventano carabinieri”.

Su questi presupposti, assolutamente falsi, veniva costruito l’intero sproloquio di insulti che poi seguiva. Insultare i forestali del sud che non lavorano è cosa assolutamente falsa! Dire che settemila di essi diventano carabinieri è cosa altrettanto falsa! Il commentatore, o chi gli ha preparato il copione, non conosce nemmeno la differenza tra gli operai forestali dipendenti dalle Regioni e il Corpo Forestale dello Stato che è una forza di polizia appunto statale. I primi sono operai che svolgono lavori di manutenzione idraulico forestale sul territorio boschivo e non, i secondi sono agenti di polizia in divisa (anche il titolo del giornale parlava di “guardie forestali”!) che svolgono, tra le tante cose, attività di difesa del patrimonio naturale, della biodiversità e prevenzione e repressione dei reati in materia ambientale e agroalimentare. E la cosa non si recupera nemmeno con la puntata di “rettifica” nella quale viene mandato nuovamente l’articolo di giornale nel quale si legge con evidenza che si tratta di GUARDIE forestali e non di operai. Cosa ci voleva per capire che si parlava del Corpo Forestale dello Stato? Con uno smartphone ci vuole un attimo, si va su internet, e si capisce che si parla di cose diverse. Ma forse, abbiamo il dubbio, si voleva fare di tutta l’erba un fascio per poter attivare la cosiddetta “macchina del fango”, tanto in uso negli ultimi tempi. Pertanto, come risulta evidente avendo confrontato le “mele con le pere”, ci chiediamo se questo tipo di giornalismo possa essere chiamato “professionale”. Inoltre il CFS ha alle proprie dipendenze un contingente di operai che, con grande professionalità, contribuisce a salvaguardare la biodiversità nelle 130 riserve naturali dello Stato. Invitiamo, il conduttore e il suo staff, a visitarne qualcuna per imparare, dal lavoro di quelle persone, cosa significa il rispetto per la natura, per gli esseri viventi e quindi anche per le persone! Infine vogliamo ricordare che il Corpo Forestale dello Stato, per le sue competenze, è stato chiamato ad intervenire nella cosiddetta “terra dei fuochi” e per fronteggiare l’emergenza della xylella fastidiosa in Puglia. Solo per citare gli ultimi due importantissimi interventi. Perché vi scriviamo questa lettera aperta? Non pretendiamo certo di cambiare la vostra linea editoriale né che il programma che abbiamo visto cominci a parlare alla testa delle persone invece che alla loro pancia. Pretendiamo, invece, rispetto per i lavoratori, siano essi operai forestali del sud, del nord o di qualunque altro posto oppure personale in divisa, perché siamo stufi di questi luoghi comuni contro i forestali in un Paese in cui esiste un diffuso dissesto idrogeologico e che frana alla prima piccola pioggia e dovrebbe vedere i lavoratori forestali come una risorsa da valorizzare per tutelare il territorio con interventi mirati. E, invece, questo settore non ha una governance e ogni Regione interviene a suo modo e non è certo colpa dei lavoratori! In un Paese che dovrebbe difendere con più forza il suo patrimonio agroalimentare e ambientale perché rappresenta un grande volano di sviluppo e invece si rischia di depotenziare la preziosa azione che svolge il Corpo Forestale dello Stato. Si attacca e si smantella chi invece andrebbe valorizzato e potenziato. Questo è il nostro Paese, un Paese alla rovescia e un serio giornalismo dovrebbe occuparsi di questo piuttosto che seminare odio e rancori con offese gratuite e disinformazione.

 

Il Segretario nazionale

Giovanni Mininni

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