Carni, quelli di Baldichieri fanno scuola anche in Europa

Seminario dell’Effat – la Federazione europea dei sindacati per l’alimentazione, l’agricoltura e il turismo – con settanta delegate e delegati, dirigenti sindacali, europarlamentari di Sinistra e Verdi arrivati da tutto il continente per confrontarsi sulla filiera delle carni, con un approfondimento sui controlli, e il sistema – una vera giungla – di appalti e subappalti. L’eco della vittoriosa vertenza dei macellatori di Baldichieri arriva anche qui, esempio virtuoso di come dovrebbe essere organizzata la resistenza al patologico modello di lavoro che sta diventando regola nella filiera delle carni. I continui cambi di appalto e i reiterati tentativi di competere sul mercato abbassando il costo del lavoro, riducono in maniera inaccettabile diritti e tutele di lavoratrici e lavoratori. “Il mercato delle carni – osserva Andrea Coinu, responsabile politiche internazionali Flai Cgil – è di fronte al dilemma di dare una risposta alla crescente richiesta di proteine animali: oggi sono miliardi le persone che si nutrono con un apporto proteico più che doppio rispetto a pochi decenni fa. La situazione ci mette di fronte a due quesiti di sostenibilità, uno ambientale e l’altro lavorativo. Si può pensare di consumare tutte queste risorse per produrre carne che per un quarto si perderà lungo la propria filiera, o è opportuno modificare lo stile di consumo e cercare di creare, in tutto il pianeta, filiere corte che non guardino alla produzione intensiva e allo sfruttamento dei lavoratori quale unica via di uscita?”. Coinu denuncia come in tutta Europa “il lavoro nel mondo delle carni stia diventando insostenibile e si impoverisca costantemente”. “In questo contesto – tira le somme il dirigente sindacale della Flai – il caso Baldichieri è paradigmatico: iniziale sottovalutazione del problema da parte di istituzioni e istituti ispettivi, approccio padronale al limite della legalità, arroganza e tentativo di sopraffazione nei confronti di lavoratori il cui stato di necessità era evidente. Ma ad Asti i lavoratori hanno resistito per oltre 150 giorni e oggi siamo orgogliosi di proporre questa nostra vittoria ai colleghi del settore carne di tutta Europa. Siamo orgogliosi di rappresentarli, siamo orgogliosi che migliaia di lavoratrici e lavoratori di tutta Italia si siano impegnati in una solidarietà attiva nel sostenere uno sciopero così lungo. Ma siamo anche preoccupati e attentissimi a garantire che il contratto conquistato, che porta ritmi di lavoro accettabili e un riconoscimento di diritti per anni trascurati, sia effettivamente applicato, e non venga nuovamente attaccato in futuro”. Quelli di Baldichieri sono macellatori non agricoltori, e hanno firmato il loro giusto contratto, quello dell’industria alimentare.  

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