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“Pace, diritti e ambiente: una sola lotta”. La Flai al Forum dell’Altra Cernobbio

“Pace, diritti e ambiente: una sola lotta”. La Flai al Forum dell’Altra Cernobbio

A separare Villa d’Este di Cernobbio e l’oratorio di San Giuseppe è precisamente un chilometro. Una distanza che idealmente aumenta se si considerano i punti di vista dei presenti nelle due location. Mentre infatti nella villa rinascimentale, per secoli dimora di principesse e marchesi, è in corso il tradizionale Forum Ambrosetti organizzato dal think tank The European House, alla presenza di amministratori delegati, top manager, esponenti della politica internazionale e ministri del governo Meloni, nell’affollato teatro dell’oratorio si tiene l’altrettanto consueto Forum dell’Altra Cernobbio, promosso da Sbilanciamoci! e Rete italiana Pace e disarmo in collaborazione con diverse realtà tra cui la Flai Cgil.

Da un lato, dunque, il gotha di finanza ed economia mondiale che prova ad orientarsi rispetto ai futuri scenari operativi; dall’altra sindacato, associazioni, movimenti, società civile, politici d’opposizione, a domandarsi invece come cambiare le regole del gioco, ossia come modificare l’attuale modello di sviluppo, che fa galoppare la corsa al riarmo e crescere le disuguaglianze.

«Dopo il tentativo di sabotaggio dell’anno scorso (quando il Comune di Cernobbio aveva negato l’uso di spazi agli organizzatori, nda), siamo di nuovo qui – apre le danze venerdì pomeriggio Giulio Marcon, portavoce di Sbilanciamoci! -. Per questa edizione, la quindicesima, abbiamo scelto di legare il tema della pace a quello della costruzione di un modello economico e sociale diverso, di un’economia che rifiuti il folle riarmo in atto e si basi sul riconoscimento dei diritti. Su questo abbiamo invitato la politica a confrontarsi con noi». A rispondere all’appello, Pd, Alleanza verdi sinistra, Movimento 5 stelle e Rifondazione comunista (presenti in sala, a turno, Schlein, Fratoianni, Bonelli, Acerbo, con Maiorino collegata in video). L’idea, prosegue Marcon, è quella di radunare le forze sociali e politiche per alimentare la convergenza di «un movimento popolare largo e unitario».

Diversi i tagli dei vari panel: analisi geopolitiche ed economiche sui numerosi conflitti in corso – anche quelli su cui i riflettori sono più flebili come «in Congo e in Sudan», ricorda in videocall padre Alex Zanotelli – hanno affiancato interventi nei quali le realtà presenti in sala hanno condiviso i propri strumenti affinati per dettare un’agenda diversa.

Punto fermo toccato da pressoché tutti i relatori, il genocidio in atto a Gaza e la missione della Global Sumud Flotilla, sostenuta con convinzione dalla Flai, che ha saputo riattivare energie ed alimentare speranze in tutto il mondo. Le barche dirette verso Gaza cariche di aiuti umanitari «sono pronte a salpare», dice in video collegamento la portavoce italiana della Flotilla Maria Elena Delia. «Abbiamo riprogrammato la partenza “italiana”, prevista inizialmente il 7 settembre dalla Sicilia – prosegue Delia – per attendere le imbarcazioni partite dalla Spagna, che ci stanno raggiungendo in ritardo rispetto ai tempi fissati».

«Il sostegno popolare ci riempie di gioia – prosegue la portavoce della Flotilla – ma non vogliamo che la nostra missione sottragga attenzione a ciò che accade a Gaza, allo sterminio in corso e al fatto che Israele ha deciso di utilizzare la fame come arma di guerra. Ciò che vogliamo fare è mandare un messaggio politico chiaro, le centinaia di persone che si sono imbarcate per rompere l’assedio israeliano e aprire un corridoio umanitario sono il segnale che la società civile non è più disposta ad attendere che la politica si svegli e faccia qualcosa».

Proprio dalla guerra genocidaria a Gaza si dipanano i quattro punti sui quali Sergio Bassoli, esecutivo della Rete Pace e disarmo, propone a tutti di convergere, in chiusura della prima giornata di lavori. «Agire per fermare Israele, chiedere che l’Ue prenda in mano il negoziato di pace tra Russia e Ucraina nello spirito di una nuova Helsinki, pieno rispetto del sistema di sicurezza e giustizia internazionale, no al riarmo – elenca Bassoli -. Potremmo ripartire da qui».

La questione della guerra si lega anche al tema dell’ambiente e del lavoro agricolo. «I venti di guerra aumentano in tutto il mondo – esordisce oggi dal palco il segretario generale della Flai Giovanni Mininni -. Quando c’è un evento climatico estremo, ma anche quando si parla di conflitti armati, si toccano giustamente molti aspetti, ma spesso non si approfondiscono i danni provocati all’agricoltura. Anche questi effetti ci ricordano che le nostre battaglie per i diritti, per la pace e per l’ambiente sono parte della stessa lotta».

Mentre il sindacato agisce e resiste, aggiunge Mininni, la Commissione europea compie però diversi e inaccettabili passi indietro su ambiente e diritti dei lavoratori agricoli: «Ciò che era stato deciso col Green deal è stato abbandonato dalla Von der Leyen – rammenta -, il commissario Hansen ha accantonato la direttiva Farm to fork che prevedeva il dimezzamento dei pesticidi utilizzabili in agricoltura, infine il riarmo sta mettendo in discussione le risorse previste per la Pac e la clausola sociale prevista per chi riceve finanziamenti, un meccanismo a cui si è arrivati dopo anni di nostre battaglie e che il governo, per giunta, non ha ancora del tutto reso operativo».

È dunque il momento di «rinsaldare una grande alleanza in cui lavoratori e lavoratrici possano compiere una battaglia collettiva», rilancia Mininni. A questo proposito, «la Cgil ha la forza di aprire un ragionamento sul ricorso agli scioperi generali, che possono essere indetti non solo per opporsi alle scelte finanziarie del governo – chiosa il segretario generale Flai -. Se dovesse succedere qualcosa alla Global Sumud Flotilla, a mio personale avviso qualcosa la Cgil penso dovrà fare, discutendone e decidendo nelle sedi opportune e preparandola bene con lavoratrici e lavoratori».

📺 Riguarda la diretta video dell’iniziativa

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