STOP GENOCIDIO

‘Lo stretto non si tocca’, in corteo a Messina c’è anche la Flai

Il Ponte di Messina è uno schiaffo al Meridione, un’opera costosissima e inutile, in un territorio in cui la rete ferroviaria sconta decenni di arretratezza. Più di 70 realtà associative, la Flai Cgil, la Cgil tutta, altri sindacati confederali e di base, e forze politiche hanno sfilato dietro lo striscione ‘lo stretto non si tocca’, migliaia in corteo  con padre  Alex Zanotelli, Salvatore Borsellino, Giovanni Impastato con Casa Memoria, Mario Tozzi, Pino Incudine, Mimmo Lucano. La protesta contro la costruzione del ponte è questione nazionale. Cambiano le stagioni, i giovani crescono e gli anziani invecchiano, ma il ponte sullo stretto di Messina resta icona immutabile di ogni governo di destra. Appena insediato, l’esecutivo guidato dalla sorella d’Italia Giorgia Meloni ha subito inserito nella manovra di bilancio la realizzazione della grande opera: “E’ prioritaria”. Ancora una volta aveva ragione Paolo Villaggio, a cui dovrebbero essere dedicate piazze centrali nelle città, quando si faceva beffe dei malcostumi italiani nei suoi libri e nei suoi film. Un’Italia da operetta che si inchina invariabilmente al partito del cemento, salvo stracciarsi le vesti non appena il cemento chiede il conto, con lutti e devastazioni.

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