Artigianato area alimentazione e panificazione, Flai Cgil riunisce i responsabili regionali: “Rinnovato il CCNL di settore, rilanciamo la contrattazione territoriale.”

Il recente rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro artigianato area alimentazione e panificazione, scaduto da quasi tre anni, ha coperto un vuoto inaccettabile, che saltava agli occhi. Interessa una platea di tutto rispetto, circa trentamila aziende, più di centomila lavoratrici e lavoratori. Le realtà artigiane non sono sempre facili da raggiungere e coinvolgere in una contrattazione, la Flai Cgil vuole assicurare maggiori diritti e tutele anche agli addetti di questo settore. Per raggiungere l’obiettivo, dà appuntamento venerdì prossimo, 21 gennaio, alle ore 10, ai responsabili regionali del comparto nella sede nazionale di via Leopoldo Serra. Un incontro, all’indomani della Conferenza di organizzazione del sindacato dell’agroindustria, pensato proprio per coinvolgere le tantissime realtà artigiane, diffuse sul territorio da nord a sud, che operano nel campo dell’alimentazione e della panificazione. Un macrocosmo riscoperto nei difficili mesi della pandemia in tutte le sue complesse articolazioni, di fondamentale importanza. Il rinnovo del contratto sottoscritto nella sede della Confederazione nazionale dell’Artigianato e della piccola e media impresa da Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil, Confartigianato, CNA, Casa e Claai si rivolge alle lavoratrici e ai lavoratori più deboli, i più esposti, in un settore strategico per la vita del paese. Sono stati previsti incrementi economici, un importo ‘una tantum’ a integrale copertura del periodo di vacanza contrattuale, novità normative che vanno incontro ai lavoratori dell’artigianato, e la rivisitazione del sistema di classificazione del personale. La Flai vuole essere presente nei territori per far conoscere direttamente agli interessati le novità del CCNL appena rinnovato, rilanciare la contrattazione territoriale regionale di secondo livello, in modo da ottenere ulteriori tutele e aumenti salariali, senza  dimenticare l’assistenza sanitaria integrativa, nel segno di una bilateralità figlia del contratto.

 

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