Suona la prima campanella alla scuola politico-sindacale della Flai Cgil

L’emozione è sempre la stessa, quella di ogni primo giorno. A prescindere dagli anni, dalle esperienze vissute che hanno portato il bambino di ieri a diventare il giovane di oggi. Eccola di nuovo la scuola, che in questo caso è un po’ speciale, perché gli allievi sono delegate e delegati sindacali e funzionari della Flai Cgil. Si fa formazione in questa scuola, perché al giorno di oggi è importante non smettere mai di studiare. E, come ricordava Nelson Mandela, simbolo della lotta all’apartheid e al razzismo “l’istruzione e la formazione sono le armi più potenti che puoi utilizzare per cambiare il mondo”. In questo primo giorno anche i professori sono un po’ speciali, il presidente di Metes Marco Bermani, quello della Fondazione Di Vittorio, Francesco Sinopoli, il segretario nazionale della Flai Cgil Giovanni Mininni e quello della confederazione Maurizio Landini. Pronti a dare le coordinate di un progetto di insegnamento particolare, ma sempre nel solco di quel diritto all’apprendimento sancito dalla nostra Costituzione repubblicana, per la cui piena applicazione in tante e tanti si ritroveranno a Roma il 7 ottobre prossimo, camminando lungo la via maestra dei diritti. “Vogliamo alimentare un sapere collettivo per far sì che questa nostra organizzazione non si fermi nel presente ma guardi al futuro”, spiega Bermani. “Dobbiamo essere in grado di garantire il diritto alla formazione, che è diritto di cittadinanza”, sottolinea Sinopoli. “Stiamo coronando un sogno – aggiunge Mininni – una scuola politico sindacale per fornire un’altra narrazione, collettiva, rispetto a un mainstream che non mette in competizione solo le imprese ma anche le persone, una contro l’altra”. “Non possiamo essere un sindacato che si adegua – conclude Landini – la formazione è uno strumento strategico per affrontare il cambiamento”. Arriva il momento dei saluti, da domani in via dell’Arco de’ Ginnasi 6 suonerà la metaforica campanella che, da sempre accompagna l’inizio delle lezioni. Di fronte a chi cerca di dividere, come prova a fare l’attuale governo di destra, qui si cerca di unire. Con la voglia di farcela, perché sempre ricordando il presidente sudafricano “un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso”.

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