Striscia di Gaza, stop ai bombardamenti, fermare il massacro di civili

Sarà colpa del vento freddo che arriva da nord, certo è difficile non avere gli occhi lucidi e arrossati di fronte alle 5000 piccole bare di carta bianche davanti alla basilica di Santa Maria Maggiore, lapidi con i nomi dei minori strappati alla vita dalla follia della guerra, un grande cimitero di bambine e bambini uccisi dai bombardamenti che da un mese a questa parte, giorno dopo giorno dopo giorno, hanno reso la Striscia di Gaza un cumulo di rovine. Un monumento alla follia di ogni guerra, con i nomi di tutte le piccole vittime a sottolineare che non è un film catastrofista ma la realtà. Gli accordi sul temporaneo cessate il fuoco e la consegna, da parte degli uni e degli altri, di ostaggi innocenti è una bella notizia, ma non basta. L’Unicef ha detto a chiare lettere: “La Striscia di Gaza è diventata un cimitero per migliaia di bambini, e un inferno per tutti gli altri”, per chi si ostina a voler vivere sotto le bombe. Non ci può voltare dall’altra parte, bisogna fermare subito questo massacro, che non trova alcuna giustificazione nel diritto internazionale. Il popolo palestinese ha il diritto di vivere. La Flai Cgil, con la Cgil tutta e le realtà dell’associazionismo, è ancora in piazza con le bandiere rosse e quelle arcobaleno, per chiedere che cessino i bombardamenti sulla Striscia e i lanci di razzi sui villaggi e le città israeliane, e che sia consentito l’accesso degli aiuti umanitari a Gaza non soltanto da quello di Rafah ma anche da tutti gli altri valichi. Chiediamo di ascoltare le ragioni della pace.

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