Salviamo la pesca, mobilitazione nazionale contro il piano d’azione Ue

La mobilitazione delle marinerie italiane contro il piano Ue è il tentativo di salvare la pesca. Evitare la scomparsa di un settore antico e anche di valore culturale, che assicura cibo sano, sostenibile, con alti standard di qualità. Si protesta, tutti insieme, associazioni e sindacati di settore per salvare il futuro di migliaia di lavoratrici e lavoratori, delle cooperative, delle imprese, di famiglie e interi territori che di pesca vivono. Bandiere della Flai Cgil a Chioggia, Rimini, Ancona, Manfredonia, Sciacca, Cagliari, Fiumicino, Genova, Imperia, Termoli, porto Santo Stefano, sulle banchine dei moli, all’ingresso dei porti, in ogni luogo visibile per dare ulteriore forza alla protesta. La Commissione europea con il piano di azione colpisce la pesca nelle sue parti più vitali e produttive, agevola l’aumento nei nostri mercati di prodotti importati dall’estero, pescati senza regole e senza tutela delle risorse ittiche per finire sulle tavole degli italiani. La crisi economica, il caro gasolio, una legislazione che poco tutela i pescatori, sia sul fronte della sicurezza che su quello previdenziale, sta già incidendo negativamente su un mondo che invece dovrebbe essere preservato. I pescatori non si arrendono, la partita è solo all’inizio, ne va del loro domani.  

Articoli correlati

A Ravenna la Spring school su sfruttamento e caporalato. Flai: Serve un approccio sinergico per superare queste piaghe

La tre giorni nel capoluogo emiliano ha riunito le diverse realtà protagoniste della lotta contro l'illegalità e il lavoro nero. Silvia Guaraldi, Flai nazionale: «È necessario attivare le Sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità»

Le Brigate del lavoro della Flai, un modello innovativo che può dare risposte ai lavoratori europei

Oggi a Bruxelles, la prima assemblea dell'Effat sui nuovi modi di organizzare il lavoro. Guaraldi, Flai Cgil: «Il sindacato di strada è un buon esempio di pratica sindacale in agricoltura, utile per raggiungere i lavoratori agricoli di tutto il continente»

Il caporalato “nascosto” nel ricco Nord

Nel nuovo dossier dell’associazione Terra! presentato ieri a Milano a finire sotto la lente d’ingrandimento sono Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Lombardia. Tra cooperative senza terra e lavoratori in appalto, lo sfruttamento in agricoltura tenta di occultarsi e si espande anche nelle produzioni ad alto valore aggiunto