Sono all’undicesimo giorno di sciopero i braccianti siracusani e l’intervento armato della polizia altro non è che il tentativo delle forze agrarie di spezzare il movimento rivendicativo, di dare una lezione a tutti i braccianti del paese e di riaffermare l’autoritarismo padronale. Due morti, 48 feriti. Dopo l’eccidio, lo sciopero continua compatto divenendo una poderosa lotta di protesta e di solidarietà di tutta la classe lavoratrice. “Noi veniamo da lontano e andremo lontano e prima di arrivare nessuno ci fermerà. Se i lavoratori sono andati avanti questo è dovuto alle lotte che abbiam fatto, con morti e feriti. Durante questo cammino arrivammo alle ore 14.20 del 2 dicembre 1968: e si sparò contro i lavoratori. Coraggio compagni, la lotta è dura e lunga ancora”.
Per la strage di Avola non c’è mai stato un processo, non sono mai stati individuati i colpevoli.
Valeria Cappucci