L’altra Cernobbio trova casa a Como, seguendo la strada maestra. Mininni: “Transizione sociale e ambientale necessaria, per un modello di sviluppo diverso”

La strada maestra è tracciata dagli articoli della Costituzione repubblicana, ed ha i colori dell’arcobaleno perché gli italiani hanno orrore della guerra. Benvenuti all’altro forum, quello di Sbilanciamoci!, cacciato da Cernobbio perché basta avere idee diverse sull’economia e sulla società per essere additato come un potenziale terrorista. Poco male, Como è una città splendida, e qui per due giorni si ritrovano studiosi, ricercatori e docenti universitari, sindacalisti e attivisti di una società civile che non smette di guardare a un mondo diverso possibile. ‘La Costituzione è il nostro programma politico’, le parole di Piero Calamandrei non hanno perso un pelo della freschezza originaria, anche loro indicano la strada che porterà il 7 ottobre tutte le associazioni che sono qui e molte altre ancora a Roma, in piazza San Giovanni con la Cgil per indicare la necessità di cambiare radicalmente rotta. Con l’aumento della povertà, la riduzione del potere d’acquisto dei salari, il definanziamento della sanità e dell’istruzione pubblica e l’aumento delle spese militari l’esigenza di un piano alternativo è sempre più urgente. Anche per questo il forum rilancia l’iniziativa dell’Alleanza clima-lavoro per la lotta ai cambiamenti climatici, la promozione della mobilità sostenibile, il disarmo. “La nostra categoria tocca con mano gli stravolgimenti climatici”, osserva Giovanni Mininni, segretario nazionale della Flai Cgil. “Solo per fare un esempio basta pensare alle conseguenze della siccità nel bacino del Po, con le pompe che finiscono per pescare acqua salata che distrugge le coltivazioni”. Dai lavoratori forestali a quelli dei consorzi di bonifica, quasi sempre precari, in lotta per conquistare condizioni di lavoro migliori e salari adeguati, la fotografia di un paese la cui classe dirigente non si accorge, o fa finta di non vedere i cambiamenti climatici. Il nostro paese è fragile, fra alluvioni, incendi e siccità finiamo per vivere in una perenne emergenza. Altro chi inutili, questi lavoratori che si occupano di curare il territorio e di prevenire i disastri sono essenziali. Anche nella contrattazione di secondo livello dell’industria alimentare non si prescinde da un corretto rapporto con la natura e le risorse del pianeta, che non sono infinite. I lavoratori e le lavoratrici lo sanno, occorre che lo sappiano anche tutti gli altri. “Alla transizione ambientale deve essere accompagnata l’altrettanto necessaria transizione sociale, per un modello di sviluppo diverso”. 

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