La 194 non si tocca

L’idea di avere il controllo sul corpo delle donne è una regressione: non siamo disponibili ad accettarlo

Siamo ancora in piazza, a Roma, davanti al Senato, per dire al governo e alla sua maggioranza che si debbono fermare, perché l’inserimento nel Pnrr di un emendamento che consente alle associazioni antiabortiste l’ingresso nei consultori pubblici è un attacco gravissimo, che viola l’autodeterminazione delle donne. L’idea di avere il controllo sul corpo delle donne è una regressione: non siamo disponibili ad accettarlo. La battaglia per la scelta delle donne è una battaglia per una crescita culturale e civile di tutto il paese. “La libertà delle donne è il segno della libertà sociale”, sono le parole di Rosa Luxemburg a fotografare efficacemente quello che dovrebbe essere e che ancora non è.

Con Cgil e Uil vogliamo far sapere ai parlamentari che non stanno rappresentando la maggioranza delle italiane e degli italiani. Questi provvedimenti dentro il Pnrr non rispettano ciò che era stato promesso di fare: dovevano essere finalizzati a far crescere l’occupazione, in particolare delle donne e dei giovani, ma questo non sta avvenendo. Dovevano aumentare gli asili nido, non sta avvenendo. Anzi, hanno fatto tagli proprio sulla cura e la sicurezza, la sanità, la salute delle persone. Dobbiamo dire con forza che la strada che questo governo ha scelto è una strada sbagliata, non è quella che serve al Paese. 

Articoli correlati

Sindacato di strada in Sicilia, per dire no a caporalato e sfruttamento

Tre i pulmini in moto durante la settimana. Una quarantina i sindacalisti e gli attivisti all’opera, sin dalle prime ore del mattino. Il racconto...

Cinque tonnellate di generi alimentari al Vaticano per aiutare chi è in difficoltà

Legumi, pasta, passata di pomodoro e tonno in scatola, cinque tonnellate e mezzo di alimenti consegnate dalla Flai Cgil, con il suo segretario generale...

Giornata mondiale dei diritti umani, Mininni: “L’impegno per la pace è nel nostro dna. Fermiamo questa folle corsa agli armamenti”

“È nostro dovere alzare la voce anche contro l'indifferenza. Come organizzazione sindacale, non vogliamo e possiamo girarci dall'altra parte”