Giovanni Mininni scrive a “CHE TEMPO CHE FA”: L’informazione è corretta quando è completa

Gentile dottor Fazio,
Le scrivo in merito alla trasmissione CHE TEMPO CHE FA di ieri, 26 aprile 2020, e all’intervista che ha fatto alla Ministra Bellanova e al sindacalista dell’USB Soumahoro.
Mi sono deciso ad inviarLe questa mia, non certo per chiederLe di essere invitato alla trasmissione da Lei condotta ma perché mosso da un senso di giustizia verso le centinaia di migliaia di persone che aderiscono alla nostra Federazione e sono lavoratori agricoli.
La “Sua” trasmissione non fa solo spettacolo ed intrattenimento, è tra le più importanti e seguite trasmissioni di informazione della nostra RAI, nostra perché è una televisione pubblica. Per questo motivo mi sarei aspettato che il tema della regolarizzazione, del caporalato in agricoltura e argomenti collegati, venisse affrontato in maniera più completa e a vantaggio dei cittadini italiani che pagano il canone RAI. Sarebbe oltretutto un loro/nostro diritto.
Invece, come già capitato altre volte, questi temi così delicati vengono da Lei affrontati e approfonditi con il solo punto di vista del sindacalista dell’USB che, a detta Sua, nella trasmissione di CHE TEMPO CHE FA del 5 aprile scorso, è l’unico ad attivarsi in Italia nel chiedere la regolarizzazione e a battersi per i diritti degli schiavi nei ghetti.
Eh no, gentile dottor Fazio, non è proprio così e abbiamo provato a segnalarlo alla Sua redazione già il 6 aprile scorso con una nostra email che indicava tutte le iniziative che avevamo messo in campo in queste ultime settimane su quei temi da Lei trattati. La nostra email è evidentemente stata ignorata. A metà marzo, insieme a Terra Onlus (Direttore Fabio Ciconte) abbiamo lanciato una raccolta di firme a sostegno di una lettera al Presidente Mattarella, a Conte e ai ministri competenti, con la quale denunciavamo la grave situazione sanitaria nei ghetti, indicavamo alcune soluzioni e chiedevamo la regolarizzazione delle persone che ci vivono.
Il 25 marzo queste lettere sono state inviate ai destinatari con decine di firme di adesione di importanti personalità e associazioni (solo per ricordarne alcuni: Cardinale Konrad Krajewski, Elemosiniere di Sua Santità; Don Luigi Ciotti, Libera e Gruppo Abele; Roberto Saviano; Luigi Manconi;Mimmo Lucano; Roberto Barbieri, Oxfam Italia; Riccardo Vito, Pres. Magistratura Democratica;Intersos; Caritas Italiana; Emergency; Slow Food Italia; Francesca Chiavacci, ARCI Nazionale;Marco Omizzolo, ricercatore Eurispes; Fabrizio Barca, Forum Disuguaglianze e tantissimi altri) che spesso lavorano insieme a noi tra quella umanità dimenticata.

Dal 27 marzo in poi la lettera-appello è stata pubblicata ad intera pagina su diversi quotidiani e la nostra battaglia di giustizia e civiltà ha trovato spazio su organi di informazione e media.
Solo a CHE TEMPO CHE FA non è stata mai proferita parola su queste centinaia di persone e associazioni che hanno lanciato tale appello.

Non crede, gentile dottor Fazio, di fare un torto alle decine di associazioni, non solo alla Flai Cgil che ho l’onore di rappresentare, che quotidianamente lavorano nei ghetti per portare solidarietà attiva e concreta nel silenzio, spesso, delle istituzioni e dei media?
Non crede che i cittadini italiani abbiano il diritto a conoscere che sono, per fortuna, in tanti a mobilitarsi per una battaglia di giustizia sociale così importante?

Perché non ha mai speso una parola per tutto quest’altro universo di organizzazioni e associazioni che lotta per un mondo migliore?
L’informazione è corretta quando è completa, quando si rispettano i canoni del vero giornalismo che approfondisce un tema con onestà e fa inchiesta al di sopra delle parti. In Italia ne avremmo un gran bisogno. Ma, invece, gentile dottor Fazio, mi è sembrato che ciò mancasse nelle sue ultime interviste sul tema dei migranti, del caporalato e della schiavitù, della regolarizzazione. Mi è sembrato che la Sua informazione non sia stata corretta e non abbia voluto approfondire, con il rischio di far calare un’ombra sull’autorevolezza della Sua trasmissione. Ma forse mi sbaglio.

Resto però preoccupato per il nostro Paese che meriterebbe molto di più.

P.S.: nel caso la sua redazione voglia approfondire il nostro lavoro quotidiano di “sindacato di strada” nei ghetti e nelle campagne ed il lavoro svolto dal nostro “Osservatorio Placido Rizzotto” sulle agromafie e caporalato, rimando al nostro sito ufficiale e ai nostri social.
Per leggere la Lettera-appello e tutti i suoi firmatari: https://bit.ly/2VRnw5o 

Cordiali saluti

Giovanni Mininni

Segretario Generale Flai Cgil

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