Una fioritura di colori e di rivendicazioni, che hanno riportato il sole in questa primavera piovosa. Bella davvero la manifestazione nazionale ‘Ci vuole un reddito’ messa in piedi da ben 140 associazioni, movimenti e sindacati per contestare il ‘decreto lavoro’ del governo Meloni. Un provvedimento che peggiora ulteriormente le condizioni di lavoro e di vita di milioni di italiane e italiani, confermando la natura neoliberista dell’esecutivo di destra. ‘Il nemico è chi affama, non chi ha fame’, lo striscione portato da un gruppo di manifestanti ben fotografa lo stato delle cose. La battaglia civile per ottenere un reddito garantito si sposa a quella altrettanto necessaria contro il lavoro povero e per il diritto alla casa. I carrelli della spesa portati in corteo fanno capire quanto l’economia di guerra e le speculazioni ad essa legate stiano pesando sulle fasce più deboli della popolazione. Gli arcobaleni della pace punteggiano ogni singolo metro della manifestazione, colori dell’iride in bella evidenza anche al mattino sul palco del centro congressi Frentani, dove a riunirsi è la Cgil con tante associazioni laiche e cattoliche. ‘Insieme per la Costituzione’ per dare corpo a un percorso comune di iniziative che avrà il suo battesimo sabato 24 giugno a Roma, con una manifestazione nazionale per la difesa e il rilancio del Servizio sanitario pubblico e universale e del diritto alla salute delle persone e nei luoghi di lavoro. Sabato 30 settembre una seconda manifestazione nazionale, sempre a Roma, per il lavoro, contro la precarietà, per la difesa e l’attuazione della Carta, contro l’autonomia differenziata e lo stravolgimento della Repubblica parlamentare. Perché la stessa Costituzione va attuata e non stravolta. “Un modello sociale fondato su uguaglianza, solidarietà e partecipazione – si spiega nell’appello – è l’antitesi di quello che vuole realizzare l’attuale maggioranza di governo con l’autonomia differenziata, e il superamento del modello di Repubblica parlamentare attraverso l’elezione diretta del capo dell’esecutivo”. La Cgil torna in campo, e la Flai con lei, dopo le tre manifestazioni di maggio con Cisl e Uil, e questa volta lo fa con il mondo dell’associazionismo. Piazze non alternative né che puntano ad escludere nessuno, sottolinea il segretario generale Maurizio Landini, ma anzi ad “allargare l’azione e la partecipazione” di un fronte quanto più ampio possibile, per cambiare il modello sociale. Un nuovo paradigma “fondato su uguaglianza e solidarietà”, che è “l’antitesi” di quello che “vuole realizzare” il governo. A lavoro e alla lotta.