Aumenti materie prime, Mininni: “Non è per la guerra, è speculazione”

Nel suo intervento al seminario “La filiera agroalimentare. Analisi e prospettive” a Roma all’hotel D’Azeglio, il segretario generale della Flai Cgil, Giovanni Mininni, osserva subito come i dati dell’Istituto di servizi per il mercato agroalimentare, Ismea, dimostrino che la lettura mainstream dell’aumento dei prezzi dovuto alla guerra russo ucraina sia falsa e fuorviante. “Quando si parla di carenza di materia prima, andrebbe ricordato che, come ha giustamente sottolineato il ministro Patuanelli, stiamo ancora usando il grano dell’anno scorso. Non c’è un problema di quantità, per adesso, ma di speculazione”. L’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità rischia di essere solo l’ultimo elemento di una ‘tempesta perfetta’, legata a doppio filo agli effetti della pandemia. “Dobbiamo utilizzare tutte le risorse necessarie per sostenere le lavoratrici, i lavoratori, e le aziende che l’aumento del costo delle materie prime hanno messo in gravissima difficoltà. I salari stessi hanno bisogno di essere sostenuti. Vanno bene gli aiuti che il governo Draghi ha stanziato, ma non bastano, in queste condizioni bisogna porre all’ordine del giorno uno scostamento di bilancio, anche su questo punto siamo in sintonia con il ministro dell’Agricoltura. Siamo di fronte al rischio concreto di perdere interi settori produttivi e di un ulteriore impoverimento delle famiglie”. I dati Ismea sono eloquenti. “La guerra russo ucraina peserà soprattutto sugli approvvigionamenti del grano nei paesi dell’Africa e del Medioriente. Gli effetti collaterali di questa ennesima emergenza coinvolgeranno anche l’Europa, che si troverà di fronte a nuove e imponenti migrazioni provocate dalla carestia e dalla fame. Il sindacato non può essere indifferente di fronte alla situazione che si sta prefigurando”. “L’Italia dovrà chiedere all’Europa anche uno sforzo straordinario per un nuovo PNRR a causa della crisi dovuta al conflitto russo-ucraino. Soprattutto se la guerra continuerà, e non si apriranno a breve spazi per la pace. L’Europa stessa non sarà in grado di resistere, in una prospettiva lunga, a una simile crisi”. Mininni ha affrontato anche il tema della rappresentanza per un comparto, delicato e complesso come quello dell’artigianato e delle piccole e medie imprese. Prima di lui era stato il segretario nazionale Andrea Gambillara a spiegare le difficoltà di un settore che riguarda moltissime realtà produttive, più di quante comunemente non si pensi. “Dobbiamo avere chiaro il valore del Contratto collettivo nazionale come strumento in grado di valorizzare il settore e dare risposte concrete alle lavoratrici e ai lavoratori”, chiude Mininni. Il convegno è stata un’occasione di confronto tra sindacati di categoria, rappresentanti dell’Ismea, di Cna Agroalimentare e Confartigianato alimentazione.

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