Assemblea nazionale Cgil a Bologna. Mininni, Flai Cgil: “No al dumping contrattuale” 

La “tenda della resistenza” dei lavoratori Fortes di Baldichieri d’Asti. Kristinilie Covali: “Noi siamo macellatori, lottiamo per il contratto dell’industria alimentare perché in ogni cambio di proprietà ti tolgono soldi e diritti”

“Ogni cambio di proprietà ti tolgono soldi e diritti”. Dal palco dell’assemblea nazionale della Cgil sulla contrattazione “Rispetto per il lavoro”, Kristinilie Covali racconta come nella sua azienda di macellazione abbiano avuto cinque padroni e sempre contratti diversi in 15 anni, compreso quello multiservizi. Covali è uno dei 125 lavoratori e lavoratrici che hanno montato a Baldichieri d’Asti la “tenda della resistenza”, allestita con la Flai davanti ai cancelli dello stabilimento AL.Pi dove dal 7 agosto scorso si sciopera con presidio permanente. Motivo della vertenza, le condizioni contrattuali a cui la società agricola Gruppo Ciemme, dal primo settembre proprietaria dell’attività di macellazione, vuole obbligare gli addetti. Con la vecchia proprietà Fortes i lavoratori e le lavoratrici avevano il contratto dell’artigianato, ora Ciemme vuole imporre il contratto agricolo, addirittura con un periodo di prova, mentre la richiesta operaia e della Flai è quella di passare al fisiologico contratto di un’azienda di macellazione, quello dell’industria alimentare. “Questo per me è un giorno di festa – spiega Covali – ma da domani tornerò al presidio e dai miei quattro figli, l’ultimo nato da poco. A lottare con la sola Cgil, perché davanti ai cancelli della fabbrica c’è solo la Flai. Noi siamo macellatori, e dobbiamo avere il ‘nostro’ contratto, quello dell’industria alimentare”.  

L’intervento di Covali offre l’occasione a Giovanni Mininni, segretario generale della Flai, per una disamina approfondita sul tema della contrattazione, “con la quale si restituisce ricchezza e si aumentano i diritti. Ma non esiste alcun automatismo per cui un contratto si rinnova da sé, la contrattazione va sostenuta con la lotta. La competizione al ribasso la vogliono i padroni, dobbiamo smetterla con i contratti in dumping fra di noi, senza puntare il dito contro nessuno perché troviamo il dumping anche all’interno dei contratti della filiera agroalimentare. Mentre, al contrario, dobbiamo tradurre in fatti concreti quello che stiamo dicendo sulla  contrattazione, in primo luogo sul tema salariale. Su quest’aspetto anche il governo si deve spendere se vuole salvare i salari da una inflazione che sale sempre di più, a tal punto che ci sono dei contratti chiusi recentemente che sono già sotto il livello di inflazione a cui siamo arrivati”.

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