Al macello di Baldichieri d’Asti, lavoratori in sciopero sostituiti da una coop emiliana

Alta tensione per l’arrivo di una quarantina di operai da fuori regione. Gli addetti storici in stato di agitazione dopo il “no” al penalizzante contratto agricolo

Dopo quasi due mesi i lavoratori in sciopero del macello Al.pi di Baldichieri di Asti si vedono sostituiti nelle loro mansioni dagli addetti di una cooperativa di Reggio Emilia. Uno schiaffo in faccia agli operai. La ripresa delle attività – con alcune centinaia di suini da macellare arrivati martedì nello stabilimento – è garantita da una quarantina di lavoratori, reclutati in fretta e furia dalla nuova proprietà, il Gruppo Ciemme, per aggirare la protesta degli addetti storici del macello. Questi ultimi chiedono di essere assunti con il contratto dell’industria alimentare, mentre la nuova proprietà vuole applicare il più penalizzante contratto agricolo. Eppure sono macellatori, non agricoltori. Mercoledì, 27 settembre, i due gruppi di lavoratori si sono incrociati ai cancelli dello stabilimento e la tensione è salita. Presenti sul posto anche le forze dell’ordine.

La Flai Cgil, con la segretaria generale Letizia Capparelli, ribadisce che il contratto dell’agricoltura significherebbe un peggioramento delle condizioni di lavoro, con stipendi più bassi, tutele inferiori e niente cassa integrazione. Il segretario nazionale della Flai Cgil, Giovanni Mininni, che pochi giorni fa era ai cancelli dello stabilimento, ha spiegato che questa vertenza è di rilievo nazionale. La tenda rossa allestita dal sindacato due mesi fa ha il valore di una promessa: “Non lasceremo soli questi lavoratori”. Al presidio è arrivato anche il deputato di Alleanza Verdi Sinistra Marco Grimaldi. “Se il governo vuole davvero sostenere la contrattazione collettiva – commenta – intervenga su queste situazioni e lavori a una legge per regolare la rappresentanza e la corrispondenza dei contratti alle mansioni. Chiediamo un’informativa urgente alla Camera da parte dei ministri competenti”.

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