A Cutro l’altra Italia: “Basta stragi”

Potranno mai perdonarci questi poveri morti che il mare sta riportando, giorno dopo giorno, su questa bella spiaggia bianca dove nella bella stagione si prende il sole e si fa il bagno? Qui a Steccato di Cutro siamo arrivati in tante e tanti oggi, per piangere i bambini e i loro genitori annegati a pochi metri dalla salvezza, pachistani, afghani, siriani, anche iraniani, somali, palestinesi. Tutti inviati dai loro parenti in missione per la vita, con i risparmi raccolti dopo anni di sacrifici, come ha ricordato la cronista calabrese Rossana Caccavo, fra le prime ad arrivare dopo l’ecatombe insieme al sindaco Antonio Ceraso: “Li ho visti mentre li infilavano nelle sacche, nudi perché il mare li aveva spogliati. Non scorderò mai più la fine del mondo che c’era su quella spiaggia”. Salvare e accogliere chi fugge da guerre, violenze e persecuzioni dovrebbe essere un dovere morale ed etico. Invece il messaggio dei governanti continentali, dei generali della Fortezza Europa, al di là delle parole di circostanza resta quello di sempre: “Fermiamoli a casa loro”.

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