MONDO – Il Sindacato di strada arriva in Germania

Nell’ambito europeo, come Flai, preferiamo rafforzare le relazioni bilaterali con altri sindacati.

Ne è chiaro esempio il nostro rapporto con i sindacati dei quei paesi dai quali provengono i principali flussi migratori verso l’Italia. Si veda quello col sindacato romeno, bulgaro, macedone, marocchino e tunisino, solo per citare alcuni esempi.

Da tempo avevamo previsto di collaborare con quello tedesco dell’agricoltura per sviluppare una attività comune sul tema dei lavoratori migranti.

Lo abbiamo scelto perché particolarmente impegnato su questo terreno. IG-BAU, cosi si chiama il sindacato dell’agricoltura in Germania, ha costituito una organizzazione, a loro affiliata, di nome EMWU, composta da giovani migranti ormai integrati nel tessuto sociale tedesco.

Ognuno di loro si è specializzato nel parlare una lingua dell’est Europa oltre che a padroneggiare la stessa lingua tedesca.

Con alcuni di questi giovani dirigenti, abbiamo realizzato la campagna per incontrare nei campi i lavoratori migranti impegnati nella raccolta stagionale degli asparagi bianchi e delle fragole.

Modalità operative pressoché simili alle nostre: si arriva nei campi con mini van e autovetture dell’organizzazione IG-BAU e si incontrano i lavoratori.

Cambiano gli orari e cioè si comincia alle 8 del mattino anziché alle 5 del mattino come in Italia e soprattutto sono diversi gli eventi metereologici.

Ad inizio Giugno eravamo nella regione dell’Assia a circa 60/70 km da Francoforte dove esistono campi di raccolta a perdita d’occhio incontrando tempo molto instabile.

Ciò non ci ha impedito, al Presidente di Alpaa Gino Rotella ed al sottoscritto, di partecipare alla campagna organizzata dai giovani dirigenti migranti e dai rappresentanti del sindacato agricolo del territorio dell’Assia.

Nel corso di tre lunghi giorni abbiamo incontrato nei campi lavoratori provenienti da diversi paesi dell’Est. Nessun lavoratore africano ma prevalentemente lavoratori di origine Romena (la maggior parte), Croata, Serba, Bulgara e Polacca.

Esattamente come nella nostra modalità di lavoro del sindacato di strada, viene distribuito del materiale tradotto in lingua tedesca ed in altre lingue indicando il numero di telefono, l’indirizzo delle sedi del sindacato alle quali rivolgersi ed anche i referenti capaci di parlare varie lingue dell’est.

L’obiettivo della campagna è quella di fornire informazioni basiche sul contratto collettivo e sul loro diritto a percepire il salario minimo che corrisponde a 9,19€ per ogni ora di lavoro.

Le differenze con il nostro paese? Non sembrano esserci mafie nazionali e locali e non esistono forme estese di caporalato.

Esistono però forme di intermediazione di manodopera, attraverso la presenza di mediatori della stessa etnia dei lavoratori impegnati nei campi.

Tali mediatori  garantiscono l’arrivo dei lavoratori, dalle nazioni di origine, direttamente sui campi a quei datori di lavori che hanno necessità di manodopera, per campagne di raccolta che durano mediamente due mesi intensi.

Problematiche similari a quelle italiane per quanto riguarda il rispetto delle leggi del lavoro,  del salario minimo e della prestazione lavorativa.

La maggioranza dei lavoratori da noi interpellati (molti romeni parlavano un italiano basico) ha dichiarato che il proprio datore di lavoro non garantisce il salario minimo orario di 9,19€ ed altre indennità previste dalla normativa come ad esempio una quota di salario per la colazione, per il pranzo e per alloggio.

La media del salario erogato corrisponde a circa 5 euro per ora lavorata.

Abbiamo ben compreso che il modello di sfruttamento capitalistico non è molto dissimile da quello Italiano. Il capitalismo è dunque realmente internazionalista e globalizzato.

Proseguiremo con i tedeschi il rapporto di collaborazione e li abbiamo invitati a partecipare alle nostre campagne del sindacato di strada.

Pietro Ruffolo

 

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