Sicilia. Fermo biologico raddoppiato, pescatori in rivolta

In primavera l’assessore all’Agricoltura e Pesca del governo Musumeci, Toni Scilla, aveva deciso di anticipare il periodo di fermo a partire dal primo marzo rispetto al tradizionale mese di agosto. Una decisione motivata dalle difficoltà economiche delle marinerie causate dal forte rincaro dei carburanti. Il provvedimento veniva poi confermato con un decreto assessoriale in luglio. 

“Il problema è nato da qui – spiega Giovanni Di Dia, Segretario generale della Flai Cgil di Trapani – perché il decreto è stato scritto male e senza il contributo della Consulta.
Così è arrivata da Roma la bocciatura da parte del ministero che però è rimasta nascosta fino a quando si è insediato il nuovo assessore Luca Sammartino che adesso ha revocato il decreto”.
Nel provvedimento del 28 novembre si torna alle date consuete, con l’ultimo giorno utile per iniziare il fermo fissato per lo scorso 2 dicembre. “Ma la maggior parte delle barche – prosegue Di Dia – tranne quelle di Mazara che pescano il gambero rosso e si fermano in dicembre, avevano già fatto il fermo fra marzo e aprile e per quello non verrà riconosciuto agli armatori nessun ristoro mentre adesso si sono dovuti fermare di nuovo”. 

Un danno da 10 milioni di euro soprattutto per alcune marinerie come quelle di Sciacca e Porticello e una vicenda che coinvolge i mercati ittici dove potrebbero scarseggiare alcune specie locali con ulteriori ripercussioni su prezzi.

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