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Puglia, multe e sanzioni per lavoro nero in agricoltura nel Foggiano e nella Bat. Flai: Dignità calpestata, servono scelte coraggiose

Puglia, multe e sanzioni per lavoro nero in agricoltura nel Foggiano e nella Bat. Flai: Dignità calpestata, servono scelte coraggiose

Due aziende che impiegavano in tutto quattordici lavoratori senza contratto e presentavano lacune in materia di sicurezza, poco meno di 45mila euro di sanzioni. È il bilancio dell’operazione del comando provinciale dei carabinieri della provincia della Bat – aiutato dal nucleo carabinieri Ispettorato del lavoro di Bari e dallo squadrone eliportato Cacciatori di Puglia – nell’ambito della quale sono state ispezionate diverse aziende di San Ferdinando di Puglia e Trinitapoli.

Nel Foggiano, invece, l’Ispettorato del lavoro del capoluogo pugliese ha effettuato controlli in 16 aziende agricole, 14 delle quali sono risultate non in regola, pari a quasi il 90%. In tutto sono state accertate 25 situazioni lavorative irregolari, di cui 19 completamente in nero. Il bilancio, in questo caso, è di 5 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale e di più sanzioni amministrative per un totale di quasi 90mila euro.

«Non possiamo più chiudere gli occhi. Caporalato, ghetti e salari da fame non possono diventare la normalità. Servono scelte coraggiose e radicali per spezzare la catena dello sfruttamento e restituire dignità al lavoro agricolo» dichiara Antonio Ligorio, segretario generale della Flai Cgil Puglia, commentando l’operazione dei carabinieri a San Ferdinando.

«Quello che emerge è l’ennesima conferma che nelle campagne pugliesi lo sfruttamento non appartiene al passato ma continua a rappresentare una ferita aperta – prosegue il segretario generale Flai Puglia -. La presenza di lavoratori senza contratto, di aziende che ignorano le regole e di diritti negati non è un problema marginale: mina la dignità delle persone e indebolisce l’intero sistema agricolo».

Per il sindacalista, il fenomeno non riguarda solo i lavoratori direttamente coinvolti, ma ha effetti a catena sull’economia e sulla società. «Un bracciante senza contratto è un lavoratore senza tutele, senza sicurezza, senza futuro. Ogni persona sfruttata è un fallimento per la comunità intera e un danno per le imprese oneste che rispettano la legge e investono sulla qualità. La concorrenza sleale di chi sceglie scorciatoie illegali mette in difficoltà chi lavora correttamente».

Da qui la richiesta della Flai Cgil Puglia: più contratti regolari, più controlli sul territorio, ma anche più investimenti pubblici per sostenere un’agricoltura sana e competitiva. «Non bastano le denunce – insiste Ligorio -: serve una strategia complessiva che unisca istituzioni, sindacato e imprese sane, con l’obiettivo di spazzare via il caporalato e garantire condizioni di lavoro dignitose a tutti».

Per questo motivo, la Flai Puglia chiede la convocazione della Sezione territoriale della Rete del lavoro agricolo di qualità, per pianificare e realizzare azioni specifiche e coordinate tra tutti gli attori in campo. «L’agricoltura di domani deve fondarsi su tre pilastri: legalità, diritti e sicurezza. Solo così potremo parlare di sviluppo autentico, equo e sostenibile per il nostro territorio» conclude Ligorio.

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