Morto lavoratore nell’Agro Pontino, Flai Cgil: “Nei campi più rispetto per leggi e contratti”

Morea: “Tanta attenzione mediatica, tanta informazione, tanta solidarietà e voglia di conoscere le reali condizioni di chi lavora nei campi e nelle serre; tutti elementi positivi che però ora devono lasciare la strada a una prassi quotidiana fatta di regolarità e diritti nei rapporti di lavoro”

“Ancora un’altra morte sui campi dell’Agro Pontino, zona Borgo Piave (Latina): un lavoratore di nazionalità indiana, Dalvir Singh, due giorni fa è stato trovato senza vita all’interno di un’azienda agricola. A dare l’allarme il datore di lavoro ma attendiamo maggiori dettagli, dopo l’autopsia, su cosa possa essere accaduto. Un malore? Un infortunio mortale sul lavoro? Sicuramente inaccettabile sentire ‘morte naturale’ quando si parla di un uomo morto sul lavoro nel caldo torrido di agosto”. Così in una nota Stefano Morea, Segretario Generale Flai Cgil Roma e Lazio.

“Non può sfuggire come anche questa morte, nelle stesse zone in cui è stato fatto morire proprio due mesi fa Satnam, susciti in tutti noi un dolore e una rabbia mai sopiti che si rinnovano prepotentemente, ma anche un allarme continuo per le condizioni di lavoro in cui troppi lavoratori si trovano. Un allarme alla base delle nostre denunce, delle manifestazioni, delle vertenze e dell’attività di Sindacato di strada”.

“La morte di Dalvir, in circostanze che nulla hanno a che vedere con quanto accaduto a Satnam, evidenzia le criticità di un settore, quello agricolo, caratterizzato sì da un lavoro duro e pesante ma che proprio per questo deve essere tutelato dai contratti, Ccnl e Cpl, da accordi, leggi e da tutto ciò che possa rendere sempre più strette le maglie in cui vorrebbe passare un lavoro sfruttato, insicuro, privo di diritti, tutele e formazione.

In quei due mesi tanti controlli, tanta attenzione mediatica, tanta informazione, tanta solidarietà e voglia di conoscere le reali condizioni di chi lavora nei campi e nelle serre; tutti elementi positivi che però ora devono lasciare la strada a una prassi quotidiana fatta di regolarità e diritti nei rapporti di lavoro”.

“Se l’agricoltura – conclude Stefano Morea – è l’economia centrale del nostro territorio c’è bisogno subito di una vera alleanza tra le forze ‘serie’ che vi operano. Un patto che metta in campo il rispetto totale delle leggi esistenti, che porti alle denunce delle aziende irregolari e dei ‘caporali’ che propongono alle aziende veri e propri ‘pacchetti’ di manodopera. Va messo immediatamente al centro il tema della sicurezza sul lavoro e di paghe eque e giuste per tutti! A partire dai rinnovi dei contratti di lavoro, dove bisogna in primo luogo recuperare l’inflazione e poi negoziare aumenti che determinino il reale miglioramento delle condizioni di vita di tutti i lavoratori che vi sono impiegati”.

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