Modena, maxi truffa settore carni, contro gli appalti irregolari serve un fronte comune tra parti sociali e politica sul territorio

La maxi truffa nel settore delle carni scoperta dalla Guardia di Finanza e dalla Magistratura di Modena, che coinvolge 11 imprenditori e un consulente fiscale, con una frode di oltre 4 milioni di euro, è frutto del sistema degli appalti illegali di manodopera molto presente nel settore. Un fenomeno, quello degli appalti non genuini, che da anni la Cgil e il sindacato di categoria Flai Cgil denunciano con forza, come sistema che maschera una intermediazione di mano d’opera non autorizzata a basso costo e a danno in primis dei diritti e delle retribuzioni dei lavoratori coinvolti. “Questi appalti – spiegano Fernando Siena, segreteria Cgil, e Nicola Pessolano, segretario Flai Cgil – offrono infatti servizi a basso costo, grazie allo sfruttamento del lavoro, alla mancata e corretta applicazione del Ccnl industria alimentare e delle normative su salute e sicurezza, al non rispetto della corretta retribuzione e del riconoscimento di dignitose condizioni di lavoro, oltre che dei mancati versamenti fiscali e previdenziali a danno delle casse dello Stato”. Un sistema, infine, che si regge su una sleale competizione fra le imprese attraverso il dumping contrattuale “che coinvolge in un silenzio assordante anche le associazioni imprenditoriali che – continuano i sindacalisti Cgil – dovrebbero avere a cuore la tenuta socio economica del sistema e una competizione basata sulla qualità dei prodotti e del lavoro e non sulla semplice riduzione del costo del lavoro”. Il sindacato chiede un maggiore protagonismo su queste tematiche da parte degli Enti locali e della politica per evitare la degenerazione del sistema sociale ed economico modenese. Al più presto serve l’attivazione di tavoli di confronto tra associazioni datoriali e sindacali, per porre argine al fenomeno delle cooperative spurie e degli appalti illegali. Da parte della Cgil e della Flai continuerà il contrasto a questi fenomeni, anche attraverso l’azione contrattuale da sviluppare ulteriormente a livello territoriale nelle aziende interessate. La Cgil e la Flai sostengono il lavoro degli organi di vigilanza preposti, anche a seguito delle numerose segnalazioni di irregolarità nel sistema degli appalti da parte del sindacato stesso. Indagini che stanno facendo emergere “una situazione, ormai insostenibile, che ha come obbiettivo la frantumazione dello schema tipico del lavoro subordinato e toglie al lavoro valore e dignità, scaricando sui lavoratori più fragili, sui più deboli una competitività giocata solo sul massimo profitto”, concludono Siena e Pessolano. 

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