L’immigrazione a Bologna sono braccia per accogliere

Bilongo: “Smontare la ‘narrazione tossica’ dell’emergenza, portata avanti anche dall’attuale governo, e parlare del convitato di pietra del nostro dibattito: l’integrazione”

Smontare la narrazione tossica dell’immigrazione come pericolo, come emergenza, come invasione. La Flai è a Bologna per partecipare al convegno promosso dalla Cgil Emilia-Romagna, nell’ambito delle iniziative per la prevenzione e il contrasto del razzismo e della xenofobia, dall’evocativo titolo ‘Abbiamo braccia per accogliere. Comprendere il fenomeno migratorio’. Jean René Bilongo, coordinatore dell’Osservatorio Placido Rizzotto e responsabile dipartimento inclusione e legalità, non  ha dubbi: “Bisogna uscire dalla logica dell’emergenza, portata avanti anche dall’attuale governo, e parlare del convitato di pietra del nostro dibattito: l’integrazione. In Italia manca una visione complessiva del fenomeno, non ci sono coordinate nel merito. Seguendo i principi dell’articolo 117 della Costituzione dovrebbe essere presa in carico dalle Regioni. Non c’è dubbio che il lavoro sia un fattore essenziale del percorso d’inclusione, ma non di rado si tratta di lavoro ferito da tante insidie, a cominciare dallo sfruttamento e dal caporalato, accompagnato da condizioni di vita indecorose. Ecco, il nostro modus operandi del ‘Sindacato di strada’ mira proprio a instaurare una dialettica rinnovata con le lavoratrici e i lavoratori più fragili e deboli, andando loro incontro dove si trovano, si aggregano, vivono, lavorano. È un modo per rompere la cappa d’isolamento e di solitudine che troppo spesso li avvolge, perché nella disperazione il primo bisogno è quello di avere qualcuno che abbia voglia di ascoltarti. Il nostro ascolto diventa presa in carico dei bisogni. Rappresentare il lavoro e il suo disagio troppo diffuso è anche questo”. Tra i relatori Laura Linda Sabbadini, ex direttrice centrale Istat, che spiega come i migranti siano la chiave per invertire la rotta del “l’inverno demografico. Secondo le previsioni nei prossimi 30 anni la popolazione italiana scenderà da 59 a 54 milioni. Ma l’aspetto più preoccupante è che, mentre assisteremo ad un calo di nove milioni di persone in età lavorativa, ci sarà nello stesso tempo un aumento dal 23 al 35% della popolazione anziana”. Per Maria Grazia Gabrielli, segreteria nazionale della Cgil, “il Governo sta usando l’immigrazione come un’arma di propaganda politica ed elettorale, per muovere le paure e distogliere l’attenzione dai problemi reali del paese”. Nadiya Lukecha, delegata della Filt Cgil di Bologna di nazionalità ucraina, ha sperimentato in prima persona proposte di lavoro in nero come badante. Una mostra di Luca Greco, segretario Filt di Ferrara e fotografo, documenta nella sede della Cgil l’accoglienza dei migranti a Trieste. Alice Pistolesi, giornalista e redattrice dell’Atlante delle guerre e dei conflitti, fa notare “nel 75% dei casi i migranti che arrivano da contesti di conflitto si vedono rigettare le loro richieste di accoglienza, almeno in prima istanza”, mentre Damiano Censi, coordinatore legale Mediterranea saving humans, parla di “mancanza di politiche lungimiranti da parte del Governo”. 

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