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Lavoro sfruttato, Flai Cgil in campo per sconfiggere il grigio di Sermide

Durante i controlli nelle aziende agricole del mantovano per verificare la regolarità dei contratti di lavoro e quindi la presenza di eventuali lavoratori in nero, i carabinieri della compagnia di Gonzaga insieme ai colleghi dell’Ispettorato del lavoro hanno trovato tra i braccianti impiegati nella raccolta delle angurie in un’azienda agricola di Sermide quattro moldavi che, alla richiesta di esibire i documenti di identità, li hanno consegnati falsi di nazionalità rumena. “Cerchiamo di non gettare la croce addosso a lavoratori che sono l’anello debole di una catena perversa – spiega Jean René Bilongo, presidente dell’Osservatorio Placido Rizzotto e responsabile immigrazione della Flai Cgil – Sono vittime, circuite da organizzazioni criminali che usano la tratta dei migranti per fare affari, come hanno rilevato anche l’Unione europea e l’Ocse. Questi quattro lavoratori arrivano dalla Moldavia, un paese poverissimo. Non è un caso che finiscano vittime di una tratta che dall’est Europa li conduce nel nostro paese. E a Sermide questo fenomeno va avanti da tempo: zone grigie, dove il lavoro diventa spesso senza diritti e tutele. Pensiamo che la via d’uscita sia l’iscrizione di un sempre maggior numero di aziende alla Rete del lavoro agricolo di qualità”. Ivan Papazzoni, segretario della Flai di Mantova, in quelle zone è di casa, il Sindacato di strada è nei campi con acqua, cappellini, magliette e la voglia di ascoltare, aiutare i lavoratori agricoli spiegando loro che il lavoro deve essere dignitoso. Papazzoni non nasconde che il problema più grande da affrontare è quasi sempre quello di “dare una via di uscita a lavoratori ricattati da caporali senza scrupoli a causa della loro condizione di bisogno. Noi della Flai siamo sempre qui, pronti a dare il nostro aiuto e supporto, anche legale”.

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