La Flai Cgil di Ravenna è “Ancora in campo” con l’attività di sindacato di strada

Nel ravennate l’occupazione cala quasi dell’8%. Mazzesi: “Preoccupante inconsapevolezza dei diritti contrattuali da parte dei lavoratori”

Torna l’attività di sindacato di strada della Flai Cgil Ravenna, attraverso il progetto nazionale “Ancora in campo” che, come ogni anno, vede i funzionari della categoria impegnati nelle campagne ravennati con l’obiettivo di raggiungere i braccianti per informarli dei loro diritti contrattuali, a partire dal giusto salario, e diffondere informazioni sulla salute e sicurezza in agricoltura. Nel corso delle attività vengono consegnati materiali informativi, dispositivi di protezione come cappellini per ripararsi dal sole e offerta acqua fresca.
“Lo scorso anno – spiega Laura Mazzesi, segretaria generale della Flai Cgil di Ravenna – abbiamo incontrato oltre 60 aziende agricole private nella provincia di Ravenna che occupavano, complessivamente, oltre 300 addetti, la maggior parte impegnati nella raccolta. Relazionandoci con le lavoratrici e i lavoratori, e con molti imprenditori agricoli, abbiamo riscontrato direttamente le conseguenze dei danni subiti, a causa delle svariate calamità che hanno colpito il nostro territorio. Siamo stati informati su ciò che si è salvato e sugli investimenti che le stesse aziende hanno realizzato o realizzeranno. C’è stata inoltre segnalata la difficoltà di reperire manodopera, soprattutto qualificata, da parte dei datori di lavoro. Allo stesso tempo permane una preoccupante inconsapevolezza dei diritti contrattuali da parte dei lavoratori. Alla luce di tutto questo si rafforza l’esigenza di istituire a Ravenna, come già accaduto in altri territori, la Sezione Territoriale del Lavoro agricolo di qualità. Nonostante le ripetute richieste inviate unitariamente dal sindacato a Inps-Cisoa per convocare il tavolo e dare piena applicazione alla legge 199/2016 per la costituzione della cabina di regia, ancora oggi non abbiamo un concreto riscontro. È urgente affiancare all’attività repressiva anche quella preventiva per arginare l’illegalità, anche a favore delle molte aziende sul territorio che rispettano i contratti dei lavoratori. Sarebbe inoltre l’occasione per confrontarsi sulla necessità di investire e rafforzare gli strumenti di collocamento pubblici, promuovendo l’incrocio tra domanda e offerta del settore agroalimentare”.
In provincia di Ravenna, l’occupazione nel settore agricolo da sempre traina l’economia del territorio. Nel 2023, analizzando gli elenchi anagrafici, si è però assistito a un consistente calo di addetti (-7,74%) e a un calo di di giornate lavorate (- 5,6% ) rispetto al 2022.
La causa non è da imputare solo agli eventi calamitosi che hanno messo in difficoltà intere colture a estensivo e interi campi di frutteti, ma anche all’avversione dei lavoratori nei confronti di un settore che non offre garanzie occupazionali e, di conseguenza, non offre un reddito certo per far fronte al costo della vita che, come noto, negli ultimi anni ha messo a dura prova il potere di acquisto. “Questi campanelli d’allarme vanno ascoltati e studiati – dice Laura Mazzesi – per salvaguardare non solo l’occupazione, ma anche le professionalità e il futuro del settore agricolo e delle filiere agroalimentari”.

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