Genova, crisi Cioccolateria Buffa, le istituzioni battano un colpo

Tosetti, Flai Cgil: “Puntare sui prodotti di qualità che caratterizzano questa terra delicata e la rendono famosa in Italia e nel mondo, può rappresentare uno slancio per l’economia della nostra città e della regione in questo delicato momento”

“Il nostro ruolo di sindacalisti ci porta spesso ad affrontare situazioni difficili. Una delle ultime che coinvolgono il settore agroalimentare della nostra città – e della  regione – riguarda proprio la storica Cioccolateria Buffa (di Musante & Lotta) di via Fiasella, la cui fabbrica è in via Pillea a Genova Sestri”, dichiara Laura Tosetti, segretaria generale Flai Cgil Genova e coordinatrice Flai Liguria. “Il 31 luglio scorso  hanno perso il lavoro sei dipendenti, tutte donne: cinque nella fabbrica (sono proprio queste lavoratrici che preparavano lo spalmabile, le praline, le tavolette, gli addobbi in cioccolato, la pressata genovese, il primigenio), e una nel negozio di via Fiasella – spiega la segretaria della Flai – Il settore alimentare ligure produce prodotti di grande qualità, prodotti tipici diventati simbolo di tante realtà locali. Queste sei donne con la loro professionalità, la loro ‘arte’ hanno reso noti la qualità e la delicatezza di prodotti artigianali legati al cioccolato. Prodotti che mancano nella spesa dei genovesi e dei liguri. Il loro ultimo giorno lavorativo è stato, appunto, il 31 luglio”.

Da allora come Flai Cgil genovese, “abbiamo affiancato il travagliato percorso di queste lavoratrici che da allora si trovano senza lavoro e con un ammortizzatore sociale che è stato rinnovato fino ad ottobre scorso e di cui ad oggi devono percepire la maggior parte delle spettanze. Il Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato (Fsba) infatti interviene a favore delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti delle imprese artigiane in caso di sospensione o riduzione dell’orario di lavoro per difficoltà aziendale prevedendo l’anticipo dell’ammortizzatore al datore di lavoro che deve poi versarlo ai dipendenti”.

“Abbiamo cercato di dare visibilità a questa vertenza anche alla città e alle sue istituzioni – sottolinea Tosetti – ma solo il 22 ottobre abbiamo avuto l’incontro con l’assessore allo sviluppo economico del Comune di Genova, a cui avevamo chiesto un intervento proprio per sottoporre la delicata situazione di queste lavoratrici, senza reddito da mesi, e della loro azienda. Ad oggi non abbiamo avuto ulteriori riscontri. L’azienda in quell’occasione non si era presentata al tavolo. Venerdì scorso abbiamo inviato una nuova richiesta al Comune. Riteniamo che puntare su Genova, sulla Liguria e sui prodotti di qualità che caratterizzano questa terra delicata e la rendono famosa in Italia e nel mondo, può rappresentare uno slancio per l’economia della nostra città e della regione in questo delicato momento”.

Una città e una regione alle prese con la chiusura di moltissimi negozi tradizionali,  storici e non solo. “Ricordiamo, oltre ai tanti esercizi artigiani, le crisi di aziende importanti come Centrale del latte, Saiwa, Agnesi a Imperia. E le aperture di grandi centri commerciali ‘divorano’ le piccole realtà artigiane. I motivi sono diversi, è vero. Ma riteniamo che occorra investire di più su una politica attenta al territorio, che individui azioni che tutelino il grande patrimonio rappresentato dal sapere artigiano e, con esso, i posti di lavoro in questo settore. Una città e una regione alle prese con i disagi di una mobilità troppo spesso in tilt, che rischia di mettere in ginocchio tutto il tessuto produttivo e le aspettative di ripresa. Proprio su questi temi riteniamo fondamentale il dialogo fra istituzioni e sindacato: far emergere le crisi di queste piccole aziende deve essere lo strumento per approdare a percorsi condivisi con il Comune, le associazioni di categoria e le imprese, perché il settore agroalimentare possa fare da volano per la crescita dell’economia della nostra città e della nostra regione anche in questo delicato momento.

Creare un’unità tra la bontà e la qualità dei prodotti con l’ambiente, con un corretto utilizzo del territorio creando filiere, sono elementi che danno il vantaggio competitivo sul mercato locale, nazionale e globale. Abbiamo prodotti di qualità, aziende e professionalità in grado di creare occupazione e aumentare la produzione. La qualità porta competitività su tutti i mercati, in particolare quelli internazionali, ma porta, se si gestiscono i processi, anche aumento della produzione e quindi  aumento dell’occupazione. Lavoro, qualità del lavoro, cultura del lavoro, che sempre più mancano nella nostra città e nella nostra regione”.

“Purtroppo anche nel settore alimentare dilaga il precariato, e spesso si è precari anche se si ha un contratto di lavoro – conclude Tosetti – In tante circostanze per il sindacato è molto difficile intervenire a tutela del dipendente, perché la prima azione del datore di lavoro è  quella di lasciare a casa chi chiede l’applicazione di un diritto. Il sindacato si occupa di tutela individuale e di tutela collettiva, cercando di contrattare migliori condizioni di lavoro per tutte e tutti. Il tema del lavoro, soprattutto quello povero e precario, è al centro del nostro sciopero generale del 29 novembre, che faremo insieme alla Uil”.

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