Fortes ancora in presidio, la tenda rossa della resistenza

Flai Cgil: “In occasione dell’incontro di domani, ripeteremo con forza la richiesta di passare al contratto dell’industria alimentare”

A Baldichieri D’Asti i lavoratori dell’appalto Fortes vanno avanti con il loro sciopero e presidio permanente. Dal 7 agosto scorso la mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici non ha conosciuto soste, ed ora davanti ai cancelli dello stabilimento è stata montata la tenda rossa della Flai Cgil, la tenda della resistenza. L’azienda continua a non dare disponibilità al cambio di contratto, svilendo le professionalità dei lavoratori e mettendo a rischio lo stesso lavoro.

Domani, presso lo stabilimento Al.Pi. di Baldichieri, è fissato l’incontro richiesto dalla Flai Cgil alla Fortes, che fino a giovedì scorso gestiva il servizio di macellazione carni all’interno della fabbrica. “E’ il primo confronto dopo le lettere di licenziamento inviate dall’azienda a tutti i 106 dipendenti a tempo indeterminato – commenta Letizia Capparelli, segretaria provinciale Flai Cgil – atto che ha dato avvio alla procedura di consultazione sindacale che per legge dura 75 giorni. Un periodo in cui i dipendenti non possono essere licenziati, non possono lavorare e sono regolarmente retribuiti dall’azienda. Nel frattempo continueranno a dare vita al presidio all’esterno dello stabilimento, fissato per ora fino a venerdì 8 settembre”.

La protesta è nata all’inizio di agosto, quando la Flai Cgil ha dichiarato prima lo stato di agitazione e poi lo sciopero. Causa della vertenza, le condizioni contrattuali proposte in vista del previsto passaggio tra la Fortes srl e la Società agricola Gruppo Ciemme, che da venerdì scorso ha acquisito proprietà e attività di macellazione.

Il sindacato ha indetto la protesta “per l’ennesimo passaggio di proprietà, l’ennesimo tentativo di peggiorare le condizioni dei lavoratori”. Tra le critiche avanzate, la migrazione dal contratto di lavoro artigianale, in essere con Fortes, a quello agricolo – florovivaista, invece che a quello dell’industria alimentare come richiesto.

A questo proposito era intervenuta la Fortes, sottolineando che il contratto agricolo avrebbe consentito di mantenere lo stesso trattamento economico e che “l’applicazione del contratto nazionale per gli operai agricoli e florovivaisti, con integrazione del contratto integrativo provinciale dei lavoratori della provincia di Cuneo, è d’obbligo in considerazione della natura di società agricola del Gruppo Ciemme e della sede legale della società, considerata anche la previsione, da parte degli accordi collettivi, delle attività di macello tra quelle affini e strumentali alla filiera agricola”.

Ma il sindacato rispedisce la proposta al mittente. “Ripeteremo con forza la richiesta di passare al contratto dell’industria alimentare in occasione dell’incontro di domani”, anticipa la sindacalista. “Prima di tutto – continua – ribadiremo che il licenziamento collettivo è illegittimo alla luce della continuità lavorativa tra Fortes e il subentrante Gruppo Ciemme, dato che la ripresa della produzione era prevista dal 4 settembre. Quindi chiederemo che vengano ritirati i licenziamenti e che i lavoratori siano assunti dal Gruppo Ciemme con il contratto dell’industria alimentare, l’unico che potrebbe dare dignità a questi lavoratori, concedendo un aumento di circa 100 euro in busta paga a dipendenti che non arrivano a mille euro al mese, pur svolgendo un lavoro molto faticoso. Un contratto peraltro inserito nell’accordo sottoscritto con Fortes in passato, e che avremmo ottenuto se non fosse avvenuto il passaggio”. La Flai Cgil ha chiesto, in occasione dell’incontro, anche un primo breve confronto con il gruppo subentrato. “Riconosciamo che il Gruppo Ciemme abbia effettuato un notevole investimento su Baldichieri – conclude Capparelli – ma concentrato solo ‘sulla scocca’: è fondamentale invece investire anche sul motore, ossia sul personale”. La lotta dei lavoratori Fortes va avanti.

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