Forestali Toscana, il 31 maggio sciopero 

Fai, Flai e Uila: “Il contratto è scaduto da oltre 16 mesi e non abbiamo alcuna intenzione di rassegnarci, abbiamo lavoratori con stipendi di partenza di 1.200 euro, che stanno vivendo gravi difficoltà ad arrivare alla fine del mese”

Il 30 aprile Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil hanno riunito il coordinamento unitario dei lavoratori forestali della Toscana che all’unanimità, erano presenti quaranta delegati, ha assunto la decisione di proclamare uno sciopero del settore della forestazione per l’intera giornata del 31 maggio.

Lo sciopero ha l’obbiettivo di ottenere dalla Regione Toscana le risorse da assegnare al settore forestale nel bilancio, volte a garantire il rinnovo del contratto collettivo regionale. “Il contratto è scaduto da oltre 16 mesi e non abbiamo alcuna intenzione di rassegnarci, abbiamo lavoratori con stipendi di partenza di 1.200 euro al mese che stanno vivendo gravi difficoltà ad arrivare alla fine del mese”, scrivono in un comunicato congiunto Massimiliano Gori, Fai Cisl Toscana, Mirko Borselli, Flai Cgil e Federico Capponi, Uila Uil. “Ci stiamo chiedendo che fine hanno fatto i buoni intenti dei partiti che a parole affermano la necessità di una legge sul salario minimo e che poi da gestori della delega forestale Toscana, e quindi di fatto da datori di lavoro, si sottraggono alle proprie responsabilità non creando le condizioni per rinnovare contratti di lavoro che ci portano ad avere retribuzioni che si attestano al di sotto del salario minimo proposto in parlamento”.

Fai, Flai e Uila rivendicano “non solo il doveroso rinnovo del contratto ma anche il nostro ruolo attivo nella gestione del demanio forestale regionale. Qualora vi fosse qualche smemorato è utile ricordare che 6 mesi fa la nostra regione è stata colpita da una grave alluvione, e che il ruolo dei forestali è dirimente per combattere il dissesto idrogeologico montano. Riportiamo un passaggio che meriterebbe una seria riflessione: “Solo con l’approccio integrato tipico della nostra professione, fatto di cura del territorio in montagna, manutenzione idraulica razionale dei corsi d’acqua e aree di laminazione in pianura si può ragionevolmente sperare di mitigare gli effetti estremi di un clima impazzito”, spiega David Pozzi, presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Prato, “Una massima che recitavano i nostri vecchi, e che è valida tutt’ora, diceva che “la pianura si difende dal monte””.

“Coloro che a parole si definiscono attenti alla condizione ambientale e pronti a combattere il dissesto idrogeologico devono passare dalle parole ai fatti, garantendo un incremento delle risorse da destinare al settore forestale – concludono i segretari regionali – L’ottimizzata gestione della delega regionale forestale è elemento indispensabile per evitare danni ingenti che colpiscono il nostro territorio, l’alluvione di novembre qualcosa speravamo fosse stata in grado d’ insegnar a chi ci governa”.

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