Flai a Trani con i pescatori per difendere il lavoro 

Sembra un paradosso ma non lo è: nel mare rischia di non esserci più spazio per i pescatori. Uno dei mestieri più antichi del mondo potrebbe estinguersi, come le specie da proteggere, stretto fra regole sempre più penalizzanti, la mancanza di ammortizzatori sociali strutturali come hanno gli altri lavori, e una redditività sempre più bassa, perché chi pesca guadagna molto meno di chi il pesce lo commercializza. Un incontro a Trani fra il segretario pugliese della Flai, Antonio Ligorio, il capo dipartimento pesca della Flai nazionale, Antonio Pucillo e i lavoratori del settore è stato l’occasione per fare il punto di una situazione problematica. Molti pescatori pugliesi hanno ereditato il mestiere dai padri e dai nonni, ma adesso scoraggiano i figli a seguire le loro orme. Insomma il gioco non vale la candela, anche perché, come spiega Pucillo, “non c’è una forma di riconoscimento economico adeguato per un mestiere che è molto faticoso e pericoloso. Questo ha già allontanato molti giovani dal mare”. Un’imbarcazione riesce a pescare dai 100 ai 120 giorni l’anno su un totale di 365, fra costi e contributi da pagare la situazione sta diventando insostenibile. A scoraggiare i lavoratori ci sono anche gli stravolgimenti climatici: il Mediterraneo e in particolare il mar Adriatico non sono mai stati così caldi, le specie aliene proliferano e la biodiversità è in pericolo.    

L’appuntamento di Trani è stato promosso dal sindacato degli alimentaristi della Cgil di Barletta, Andria e Trani anche e soprattutto per affrontare il tema della sicurezza sul lavoro, in un paese dove sempre più persone che per vivere devono lavorare non tornano a casa la sera. In tal senso la media di tre vittime sul lavoro ogni giorno è, oltre che agghiacciante, indicativa. Così ai pescatori presenti all’iniziativa sono stati consegnati dei dispositivi di sicurezza individuali.

Riflettori accesi anche sull’installazione del parco eolico off-shore al largo delle coste pugliesi. Lo sviluppo delle energie rinnovabili è un obiettivo irrinunciabile per la Flai Cgil, ma ogni transizione deve comunque tener conto delle esigenze di tutti gli attori in campo, perché nessuno deve restare indietro. “Siamo dei sostenitori delle energie rinnovabili, ma bisogna tener conto degli spazi marittimi necessari all’attività della pesca. Anche perché le normative europee, volte a tutelare la risorsa ittica, hanno ridotto in maniera considerevole la pesca, con il risultato di una concorrenza sleale da parte di paesi extraeuropei che non pongono alcuna limitazione all’attività”. Finché c’è pesca c’è speranza, ma il rischio è quello di vedere sparire un mestiere antichissimo, i cui frutti sono, paradossalmente, sempre più richiesti sulle nostre tavole.  

Il servizio

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