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Codigoro (Fe), cade nel silo del riso e muore. Flai: Cambiare le norme sulla responsabilità negli appalti

L’operaio, 41 anni, si occupava della manutenzione all’interno dello stabilimento di Grandi Riso nel Ferrarese, per conto dell’azienda Montaggi Industriali di Rovigo. Flai e Cgil provinciali: «Servono più ispezioni, più formazione e prevenzione»

Fatale sarebbe stata la caduta da diversi metri di altezza, all’interno di un silo contenente polvere di riso. Ieri pomeriggio a Pontelagorino, piccola frazione di Codigoro in provincia di Ferrara, Marius Bochis, 41 anni, ha perso la vita mentre si occupava della manutenzione di una struttura nello stabilimento di Grandi Riso. L’operaio di nazionalità rumena era dipendente da molti anni dell’azienda Montaggi Industriali di Rovigo. La dinamica dell’incidente è ancora tutta da chiarire e al vaglio degli inquirenti. Nel sito dell’azienda (al quarto posto in Italia nella produzione di riso, dopo Scotti, Gallo e Curti) ieri pomeriggio sono stati sentiti dai carabinieri alcuni dei lavoratori presenti al momento della tragedia.

«Ci duole, ancora una volta, fare i conti con l’ennesima vittima sul lavoro – si legge in una nota siglata Cgil Ferrara e Flai Cgil Ferrara -. Il tragico incidente avvenuto ieri alla Grandi Riso, è l’ennesima dimostrazione che servono più ispezioni, più formazione e prevenzione; nulla sappiamo, al momento, in merito alle dinamiche che hanno portato a questo ennesimo infortunio mortale, se non che Marius Bochis lavorava da qualche anno per la ditta in appalto come addetto a supporto della manutenzione della Grandi Riso, rimane però il dramma di chi non vedrà tornare a casa un proprio familiare al termine di una normale giornata di lavoro. Siamo costretti a commentare questi tristi fatti di cronaca quando sono in corso indagini in merito all’accaduto, e qualora risulteranno inadempienze da parte dell’appaltante e verranno riscontrate mancanze in merito al rispetto delle basilari normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, saremo pronti ad agire di conseguenza nelle sedi opportune».

«In Emilia Romagna – prosegue il comunicato di Cgil e Flai provinciali – le morti sul lavoro, come in tutta Italia, sono in aumento (da Suviana alla Toyota) le vittime di infortunio mortale nel 2024 sono state 96 e gli infortuni 75.868. Questi numeri sono un dato sconfortante oltretutto in aumento rispetto a quelli del 2023, e ciò denota ancora una volta, quanto sia forte il legame tra sfruttamento e insicurezza soprattutto nel mondo degli appalti e dei subappalti. I dati Inail ci dicono che gli infortuni mortali causati da cadute dall’alto sono il 33% del totale, come drammaticamente accaduto per Marius Bochis. Un Paese civile metterebbe al centro delle proprie politiche sul lavoro, la sicurezza nei luoghi di lavoro, investirebbe in formazione, in controlli e sanzionerebbe con inclemenza chi le regole non le rispetta al fine si salvaguardare la salute e la sicurezza dei propri cittadini».

«Ecco perché – chiosa la nota -come Cgil vogliamo modificare le norme attuali, che impediscono in caso di infortunio negli appalti di estendere la responsabilità all’impresa appaltante. Ecco perché vogliamo che cambino le leggi che favoriscono il ricorso ad appaltatori privi di solidità finanziaria, spesso non in regola con le norme antinfortunistiche. Riteniamo necessario col referendum, abrogare le norme in essere ed estendere la responsabilità dell’imprenditore committente per garantire maggiore sicurezza sul lavoro. Un mercato del lavoro migliore e più sicuro è possibile, affinché non ci siano altre vittime come Marius Bochis».

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