Fasano, operaio di 48 anni muore schiacciato alla Pollipoli. Flai e Cgil: Basta silenzi, ritardi e omissioni sulla sicurezza

Cosimo Demola, sposato, lascia tre figli di 19, 16 e 13 anni. Flai e Cgil Brindisi: «Quante altre vite dovranno essere sacrificate prima che la sicurezza sul lavoro diventi una priorità assoluta?»

Cosimo Demola, 48 anni, è morto ieri in seguito ad un incidente sul lavoro che si è verificato a Fasano, nel brindisino. L’uomo lavorava alla Pollipoli, un’azienda che si occupa di produzione di uova e concimi. L’incidente si sarebbe verificato nel reparto di insacchettamento del concime. Secondo le prime ricostruzioni, l’operaio sarebbe rimasto incastrato e schiacciato da un macchinario. I suoi colleghi hanno subito lanciato l’allarme, ma i sanitari del 118 giunti sul posto non hanno potuto fare altro che constatare il decesso dell’uomo. La Procura di Brindisi ha aperto un’inchiesta. Ora sulla vicenda indagano i carabinieri e i tecnici dello Spesal (il Servizio di prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro, ndr) della Asl di Brindisi. Demola, sposato, lascia tre figli di 19, 16 e 13 anni.

«Apprendiamo con profonda amarezza e dolore dell’ennesima tragedia sul lavoro avvenuta oggi a Fasano, presso l’azienda Pollipoli. Un operaio ha perso la vita mentre svolgeva il proprio lavoro, l’ennesima vittima di un sistema che continua a non garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro». Lo scrivono in un comunicato congiunto Massimo Di Cesare, segretario generale Cgil Brindisi, e Gabrio Toraldo, segretario generale Flai Cgil Brindisi. I sindacalisti esprimono «la loro vicinanza e solidarietà alla famiglia del lavoratore, ai colleghi e a tutti coloro che oggi piangono una perdita insensata».

«Di fronte a questa nuova tragedia – proseguono – lanciamo un grido di dolore e di denuncia: non possiamo più tollerare che il lavoro, fonte di dignità e sostentamento, si trasformi in una condanna a morte. Questa ennesima sciagura si inserisce in un quadro drammatico: nel 2024 a Brindisi e provincia abbiamo già contato quattro morti sul lavoro. Ora, purtroppo, si aggiunge un altro nome, un’altra vita spezzata, un altro dolore che si poteva e doveva evitare».

«Quante altre vite – si chiedono – dovranno essere sacrificate prima che la sicurezza sul lavoro diventi una priorità assoluta? Chiediamo immediatamente che tutte le istituzioni preposte, ispettori del Nil, Inail e Asl, potenzino i controlli nelle aziende e intervengano con misure efficaci per garantire il rispetto delle norme di sicurezza. Non accettiamo più silenzi, ritardi e omissioni».

«L’assenza di controlli e di investimenti nella sicurezza sta condannando i lavoratori a rischi inaccettabili. Le leggi esistono – chiosano – ma devono essere applicate con rigore e senza eccezioni. La formazione, la prevenzione e il rispetto delle norme non possono più essere considerati un costo, ma devono diventare una priorità assoluta».

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