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Consorzio di bonifica dell’Emilia centrale in agitazione. Sindacati: Ignorate le richieste dei lavoratori

Consorzio di bonifica dell’Emilia centrale in agitazione. Sindacati: Ignorate le richieste dei lavoratori

Le trattative per il rinnovo del Contratto aziendale si sono definitivamente arenate. Flai, Fai e Filbi: «Situazione intollerabile, che ci ha costretto a chiedere l’intervento dell’Ispettorato del lavoro»

I lavoratori dipendenti del Consorzio di bonifica dell’Emilia centrale, ente che sta realizzando il progetto della diga di Vetto, sono in stato di agitazione. Causa scatenante: le trattative per il rinnovo del Contratto aziendale, che si sono definitivamente arenate.

Dopo più di un anno dall’invio all’Azienda della piattaforma per il rinnovo del Contratto aziendale e di trattativa, le rappresentanze sindacali Rsa e Fai Cisl, Flai Cgil e Filbi Uil hanno proclamato lo stato di agitazione su mandato dell’assemblea dei lavoratori del Consorzio.

«Ci troviamo nuovamente, come nel caso del precedente rinnovo, di fronte alla volontà del Consorzio di ignorare del tutto le legittime e fondate richieste dei lavoratori – affermano Piersecondo Mediani, Salvatore Coda e Gianni Rovatti rappresentanti di Fai, Flai e Filbi -. La delegazione di parte datoriale, con inaspettata disinvoltura, ci ha detto che non intende accogliere la nostre richieste se non in minime parti del tutto marginali, rimangiandosi anche impegni ed affidamenti scambiati al tavolo negoziale. Si tratta di una situazione che è intollerabile e che di fatto ci ha costretto a chiedere l’intervento dell’Ispettorato del lavoro nel tentativo di pervenire ad una conciliazione che possa condurre al rinnovo del Contratto aziendale».

«I lavoratori del Consorzio di bonifica svolgono quotidianamente un’attività che è fondamentale per lo sviluppo della nostra agricoltura e che si integrano nel più ampio sistema di manutenzione del territorio e di protezione civile più volte sollecitato nella nostra Regione ed anche, se in misura meno drammatica, nel comprensorio del Consorzio dell’Emilia centrale – concludono i sindacati nella nota –. La volontà pervicace del Consorzio di rifiutare il riconoscimento del valore intrinseco del lavoro che i dipendenti svolgono al servizio non solo delle imprese agricole ma dell’intera cittadinanza è anacronistico e fuori dalla modernità che ci pone, già nell’immediato futuro, sfide epocali in ambito ambientale e di modifiche del clima che generano catastrofi naturali ricorrenti, fenomeni che ormai accadono con elevata frequenza».

Il comprensorio del Consorzio ha una superficie di oltre 300mila ettari, che ricade in diverse province: Reggio Emilia, Modena, Parma, Massa Carrara e Mantova.

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