Caporalato ad Argenta, Flai Cgil: “Ennesima prova che il fenomeno è ormai diffuso e radicato nel ferrarese”

Un 50enne pakistano è stato fermato dalla Guardia di finanza per sfruttamento del lavoro e intermediazione illecita. L’uomo arruolava connazionali in difficoltà, li faceva lavorare in aziende agricole tra il ferrarese e il bolognese e pretendeva in cambio fino al 50% del loro salario mensile. “Le indagini che hanno portato all’arresto di un caporale ad Argenta sono l’ennesima riprova – dichiara il segretario generale della Flai Cgil di Ferrara, Dario Alba – che il fenomeno dell’intermediazione illecita di manodopera nella provincia di Ferrara è ormai diffuso e radicato, in particolar modo nel settore agricolo”. La Flai Cgil non può che esprimere soddisfazione per l’operazione messa in campo dai finanzieri e dalla procura estense. “Al tempo stesso – spiega Alba – manifestiamo la nostra forte preoccupazione per ciò che ormai si ripete costantemente e da tempo. Siamo in apprensione e in allerta per l’avvicinarsi della fase della raccolta della frutta, poiché è proprio in queste situazioni, anche a causa della carenza di manodopera, che proliferano i caporali, trovando terreno fertile nello stato di bisogno di lavoratori stranieri, soprattutto se extra Ue. Proprio i lavoratori migranti,  rifugiati politici, sono i soggetti più deboli e fragili, i più facili da arruolare per i caporali visto che hanno bisogno di dimostrare di avere un reddito minimo per il rinnovo del permesso di soggiorno. Uno stato di bisogno, di precarietà, di vulnerabilità e di ricattabilità amplificato a causa della burocrazia italiana. Lo sfruttamento lavorativo è sotto gli occhi di tutti ed è un problema della comunità ferrarese, ma  alle volte fa più comodo voltarsi dall’altra parte per non vedere”. Così la Flai sollecita ancora una volta le istituzioni locali, a partire dall’Inps e il Prefetto per la costituzione della sezione territoriale della Rete del lavoro agricolo di qualità, uno dei tasselli mancanti nella lotta all’intermediazione illecita di manodopera, uno strumento di prevenzione utile e di supporto all’importante lavoro fatto dagli investigatori. “Notevole sarebbe l’aiuto che si potrebbe dare  garantendo il trasporto sul posto di lavoro – prosegue Alba –  poiché quello della mobilità è un altro punto debole dove si insinuano facilmente sfruttatori senza scrupoli. Il nostro cruccio – conclude il segretario della Flai – sono quella cinquantina di lavoratori pakistani, le vittime del caporale  arrestato, che da oggi saranno alla ricerca di una nuova occupazione, potenziali prede di nuovi sfruttatori. Cercheremo sicuramente di assisterli, per questo già da domani intensificheremo le nostre presenze nelle Camere del Lavoro di Argenta, Portomaggiore e Codigoro”.

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