Caporalato a Latina, Flai: Bene il nuovo protocollo d’intesa

Stefano Morea, segretario generale regionale: «Un’iniziativa che accogliamo con favore e che auspicavamo poiché rafforza il percorso di tutela dei lavoratori stranieri vittime di caporalato e sfruttamento»

Azioni concrete e buone pratiche. In questa direzione va il Protocollo d’intesa sul contrasto allo sfruttamento e caporalato stilato lo scorso 17 gennaio tra Procura della Repubblica di Latina, Questura, Comando provinciale dei Carabinieri e della Guardia di finanza, lspettorato territoriale del Lavoro, Asl e Reparto operativo del Comando Carabinieri Tutela lavoro di Roma. «Un’iniziativa che accogliamo con favore e che auspicavamo poiché rafforza il percorso di tutela dei lavoratori stranieri vittime di caporalato e sfruttamento», dichiara Stefano Morea, Segretario generale Flai Cgil Roma e Lazio.

«La protezione di lavoratori che trovano il coraggio di denunciare, mettendo a rischio la loro permanenza in Italia, costata sacrifici e ricatti, è un atto di giustizia e civiltà – prosegue Morea – e al contempo un provvedimento che contribuisce a scovare e perseguire aziende e intermediari che approfittano dello stato di bisogno e della vulnerabilità di lavoratori che una volta giunti qui si ritrovano sfruttati, senza un contratto, senza punti di riferimento».

«Il settore agricolo del nostro territorio, come mostrano anche le indagini e i controlli dell’ultimo anno, è in troppi casi caratterizzato da sfruttamento e caporalato – dice ancora il segretario Flai Roma Lazio -. Numeri e rilevanza di questi fenomeni sono tali da renderli non fatti episodici, bensì condizione strutturale nella quale quello sfruttamento è totale guadagno illecito sulla pelle dei lavoratori. Gli arresti della scorsa settimana a carico dei Lovato confermano questo quadro. Crediamo tuttavia – conclude Morea – che si possa agire per cambiare e uno strumento importante, valorizzato da questo Protocollo, è la possibilità di ottenere il Permesso di soggiorno per motivi speciali per i lavoratori che denunciano e devono avere la certezza di non incappare in ulteriori problemi o rischiare addirittura di dover lasciare il Paese».

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