Brindisi, sciopero nello zuccherificio della morte

Flai, Fai e Uila: “La sicurezza è un imperativo. La cultura della prevenzione sia la priorità per le imprese e le istituzioni di questo paese e di questo territorio” 

Incrociano le braccia per otto ore i lavoratori dello Zuccherificio di Brindisi dove pochi giorni fa si è registrato il tragico incidente costato la vita a Vincenzo Valente. A proclamare lo sciopero le federazioni sindacali Fai, Flai e Uila territoriali di Brindisi, con le Rsu dello stabilimento Srb “per ribadire la centralità della persona, della sua vita, del lavoro svolto in sicurezza e della tutela della salute”. “Lo sciopero – si legge in una nota stampa – è proclamato per fare memoria attiva della morte di Vincenzo Valente, avvenuta nello stabilimento Srb di Brindisi mentre svolgeva il suo lavoro sul nastro trasportatore dello zucchero grezzo, alle dipendenze della Sedec. Perché la sua morte non venga dimenticata, affinché non ci siano altre vittime innocenti”. E ancora, la nota spiega “perché il lavoro venga svolto in sicurezza e la cultura della prevenzione sia la priorità per le imprese e le istituzioni di questo paese e di questo territorio. Per ribadire che la persona è più importante del profitto, e che la sicurezza sul lavoro, indipendentemente dall’azienda da cui si dipende, non può essere relegata a noiosa e costosa appendice dei costi produttivi”. Per Fai, Flai e Uila la sicurezza è un imperativo. “Srb – scrivono i sindacati – deve rispondere alle nostre domande di sicurezza, alla richiesta di coinvolgimento della Rsu nei processi lavorativi e nella pianificazione delle attività sia dirette che in appalto. Si rispettino le leggi ed i contratti, si rendano esigibili gli accordi aziendali, si valorizzi il ruolo dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e si colga il valore aggiunto del ruolo dei rappresentanti dei lavoratori”. L’allucinante numero degli infortuni sul lavoro deve costituire un moniti per tutti “perché non ci siano altre famiglie che aspetteranno invano il rientro dal lavoro del proprio caro, perché altre persone non vivano la loro esistenza segnati dalle conseguenze di infortuni evitabili”. 

“Per parte nostra – concludono i sindacati – oltre al cordoglio e alla vicinanza alla famiglia del lavoratore ed in attesa di conoscere l’esito delle indagini delle istituzioni competenti, testimoniamo con la lotta e con l’impegno la speranza di costruire un paese migliore, per un lavoro più sicuro e protetto”. 

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