“Basta caccia alle streghe alla Biancoforno”. Flai e Cgil Toscana chiedono che si riapra un dialogo serio con l’azienda

“Si ritiri la querela alla segretaria Flai Pisa Natasha Merola e si riapra un confronto sulle criticità sollevate dai lavoratori. Nella fabbrica di Fornacette (Pisa) sta girando una lettera fatta firmare ad alcuni lavoratori contro le posizioni del sindacato, su cui abbiamo molti dubbi”, scrivono in comunicato congiunto le due sigle sindacali

Prosegue il confronto tra il nostro sindacato e Biancoforno, biscottificio di Fornacette in provincia di Pisa in cui i turni continuano ad essere comunicati all’ultimo momento e ai lavoratori viene negato uno spazio per fare assemblea in azienda. La Flai Cgil, in occasione del presidio organizzato lo scorso 14 maggio davanti ai cancelli dello stabilimento, al quale aveva partecipato anche il segretario generale Flai nazionale Giovanni Mininni, aveva sospeso uno sciopero programmato in precedenza. Durante un incontro di alcuni giorni prima, infatti, l’azienda aveva manifestato l’impegno ad aprire un tavolo, garantendo al contempo il ripristino di un clima di relazioni sindacali più disteso.

“Auspicavamo una seria riflessione da parte dell’azienda sulla necessità di dare concrete risposte alle questioni poste dai lavoratori e dalla Flai Cgil in merito all’assenza di orari lavorativi; auspicavamo che l’azienda avviasse davvero un confronto per discutere dell’organizzazione del lavoro – scrivono in una nota congiunta Cgil Toscana e Flai Toscana -. Peccato che l’azienda abbia portato avanti intimidazioni e pressioni sui lavoratori e abbia fatto notificare una querela alla segretaria della Flai di Pisa Natasha Merola (arrivata la sera prima del presidio). Cose che ci hanno costretto a non poter svolgere l’assemblea del 14 maggio sui temi per cui era stata indetta: i referendum della Cgil sul lavoro”.

“Un’unica soluzione però è stata trovata dall’azienda: quella di far scattare la caccia alle streghe. I lavoratori che avevano partecipato all’assemblea sono stati tacciati di voler far chiudere l’azienda. Quei lavoratori sono stati attaccati da rappresentanti aziendali, che continuavano ad urlargli addosso che era solo colpa loro. Perché pretendere di avere diritti sul posto di lavoro è una colpa. Perché pretendere di avere dignità sul posto di lavoro è una colpa”.

“Dulcis in fundo, per risolvere il problema (quello dell’immagine, l’unico che sembra interessare alla proprietà) basta dire che il problema non c’è – si legge ancora nel comunicato congiunto -. Così in azienda sta girando una lettera di dubbia origine, firmata da alcuni lavoratori, in cui questi si dissocerebbero dalle posizioni assunte dalla Cgil. Tutte le violazioni normative e contrattuali da noi denunciate sarebbero falsità, si vuole affermare in quella lettera. Ci sovviene un dubbio, visto il contesto: l’azienda non starà nuovamente usando metodi intimidatori e coercitivi al fine di raggiungere il maggior numero di firmatari? Se qualcuno si chiede perché i lavoratori possano firmare, la risposta secondo noi si cela dietro un’equazione molto semplice: paura più bisogno. Paura di rischiare di perdere quel posto di lavoro oggi così prezioso, bisogno di mantenere i propri figli”.

“Ricordiamo alla Biancoforno – ribadiscono Cgil Toscana e Flai Toscana – che tutto ciò che stiamo denunciando è da noi dimostrabile. Quanto affermiamo ha un nobile obiettivo: garantire condizioni di lavoro rispettose delle norme, garantendo alle lavoratrici e ai lavoratori la possibilità di programmare una vita libera da questi retaggi aziendali ottocenteschi. Per questo siamo a chiedere la riapertura di un tavolo di confronto serio per risolvere le criticità sollevate dai lavoratori e il ritiro della querela alla sindacalista”.

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