Tina Balì, Flai Cgil: “Mancano i fondi per la difesa del suolo, la manovra non risponde alle esigenze del paese”

Il consumo del suolo continua ad aumentare, nel 2021 la media è stata di 19 ettari persi al giorno, il valore più alto degli ultimi 10 anni, secondo i dati dell’Ispra. Tina Balì, segretaria nazionale Flai Cgil parte da questo dato di fatto, evidenziato ieri nella giornata mondiale appunto dedicata al suolo, per sottolineare che “nella manovra economica del governo non c’è nulla che cerchi di invertire questa tendenza”. “All’opposto  – spiega Balì – si continua a costruire invece di coltivare, una realtà ben conosciuta da chi come noi si occupa di agroindustria. L’assenza di politiche per il risanamento ambientale in un territorio messo costantemente a rischio dalla cementificazione, come mostrano le ultime tragiche vicende ad Ischia e non solo, sono un altro elemento negativo che connota la direzione di marcia di un governo che taglia risorse ai fondi per l’economia circolare, per le bonifiche e persino per far fronte al dissesto idrogeologico. Il suolo svolge un ruolo fondamentale per gli esseri umani perché fornisce servizi ecosistemici indispensabili: produce cibo, è riserva di biodiversità, quasi il 95% della produzione mondiale di cibo dipende dal suolo che custodisce il 25% della biodiversità mondiale. Per affrontare gli effetti drammatici della crisi climatica che impatta fortemente sul settore primario sarebbero necessarie politiche e incrementi della spesa – aggiunge la segretaria nazionale Flai Cgil – anche per accompagnare gli investimenti del PNRR e il corretto funzionamento delle nuove infrastrutture sociali, come è stato evidenziato dalla task force della Commissione europea nella terza missione in Italia per verificare lo stato di avanzamento del piano nazionale di ripresa e resilienza. Inoltre per quanto riguarda l’utilizzo dei fondi strutturali di investimento mancano i riferimenti al quadro complessivo, non c’è visione, fattori di cui una manovra economica dovrebbe tener conto”. “In una fase difficile come quella che stiamo attraversando, con una guerra nel cuore dell’Europa e il caro energia connesso al conflitto e alla speculazione internazionale – conclude Balì – preoccupa molto la strategia di azione del governo”.

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