Settore carni. FLAI CGIL, nuovo caporalato e frodi all’erario

Necessario intervenire per portare legalità in un settore importante e di eccellenza.

“E’ di questi giorni la notizia di frode all’erario per 300 milioni di euro scoperta dalla Guardia di Finanza di Milano che ha fatto emergere come, nella lavorazione della carne data ad un mondo consortile, si sia permesso di far diventare un porto franco i vari passaggi della lavorazione. La Flai Cgil è da anni in prima linea sul cercare di mettere all’ordine del giorno del Paese quanto di poco chiaro e trasparente avviene nel lavoro del settore delle carni e la scorsa settimana abbiamo chiesto unitariamente un intervento al Ministro Di Maio proprio per fare chiarezza e capire quali interventi si vogliano intraprendere per affrontare il tema delle cooperative spurie nel settore”. Lo dichiara in una nota la Flai Cgil Nazionale.
“Il settore delle carni, o meglio le parti malate di esso, produce cooperative spurie che abbattono il costo del lavoro al punto da avere un esercito di lavoratori in condizioni di vera e propria schiavitù in un mercato del lavoro governato da un nuovo caporalato. La Flai Cgil – prosegue la nota – ha chiesto e continua a chiedere che questo settore possa esprimere appieno eccellenze lavorative e di prodotto e per farlo chiede che tutti i soggetti coinvolti si mettano attorno ad un tavolo per guardare al futuro di questo settore, affinché non sia travolto da un prodotto su cui il controllo della filiera può essere evanescente.
Pertanto i produttori di materia prima, le imprese che trasformano il prodotto, le loro associazioni, la grande distribuzione, il sindacato e le istituzioni devono indentificare qual è il vero valore del prodotto al consumo e fare in modo che questa filiera rispetti le regole nel produrre, nel trasformare e nel vendere. Vanno eliminate forme di sfruttamento, negazione dei diritti, mancato rispetto dei contratti, frodi e illegalità”.
“Questo settore per noi, e per l’economia del Paese – conclude la Flai Cgil – è importante, occupa molti lavoratori e non possono essere loro quelli che pagano il prezzo di chi scorrettamente lucra e fa violenza alle aziende sane che rispettano le leggi.
Ci auguriamo che i fatti avvenuti in questi giorni spingano tutti a decidersi, ad ascoltarci e ad intervenire perché solo nel rispetto delle regole c’è un buon lavoro e un buon prodotto”.

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