55 ‘ghetti’ dove dimorano, soprattutto d’estate, i lavoratori stagionali extracomuntari impiegati in agricoltura, condizioni di lavoro caratterizzate da fenomeni di sfruttamento e caporalato. Di questi temi si parla nel 3° report su ‘Agricoltura e lavoro migrante in Puglia’ pubblicato dalla Flai Cgil e Cgil Puglia e presentato oggi a Bari in un convegno al quale sono stati presenti la segretaria generale Susanna Camusso, il sottosegretario al Lavoro Teresa Bellanova, Giovanni Mininni, Segretario nazionale Flai, Gianni Forte Segretario Generale Cgil Puglia, Giuseppe De Leonardis Segretario Generale Flai Puglia, l’assessore regionale Sebastiano Leo e il direttore dell’Inps della regione Giovanni Di Monde.
Il “ghetto” – si spiega nel report – come strumento nelle mani del sistema produttivo e criminale che specula sulla quota di affitto per un posto letto richiesta agli stagionali e sul trasporto per condurre i braccianti nelle campagne. “Uno spazio dove ciascuno ha il suo ruolo: chi lavora, chi paga, chi sfrutta, chi lucra. Una ferita inferta all’intera società”, afferma la Flai, “il ghetto come specchio dell’incapacità nazionale, regionale, municipale, datoriale, di costruire una rete di risposte alle esigenze di vita dei braccianti, un’assenza di welfare che logora fisicamente i lavoratori e le lavoratrici”.
Per Susanna Camusso, che ha chiuso i lavori, “Siamo tornati a una presenza della criminalità organizzata nel caporalato. La criminalità sceglie dove mescolarsi con l’economia legale per sparire da sotto i riflettori”.
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